Un simile scenario è stato recentemente documentato da Linda Kerley, biologa presso la Zoological Society of London, nel corso delle sue ricerche nel Distretto Federale dell’Estremo Oriente in Russia. Una fototrappola, posizionata per catturare le rare immagini della furtiva tigre siberiana, ha invece scattato immagini uniche: un’aquila reale (Aquila chrysaetos) all’attacco di un sika, o cervo del Giappone (Cervus nippon). La sequenza delle tre fotografie (foto1, foto2, foto3) che ritraggono la predazione hanno già fatto il giro del mondo e sono state dettagliatamente descritte dalla stessa biologa in un articolo pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Raptor Research.
“Ho trovato la carcassa di un cervo, ma non c’era alcuna evidenza della presenza di grossi carnivori nei paraggi – confessa Linda Kerley – Sembrava che il cervo avesse all’improvviso interrotto la sua corsa e fosse morto sul colpo. Solo dopo aver visualizzato le fotografie mi sono resa conto di quanto era accaduto, e non potevo crederci”.
Sebbene sporadicamente siano stati segnalati attacchi da parte degli uccelli rapaci nei confronti di ungulati di grosse dimensioni, si tratta del primo caso osservato nella regione russa e del primo così ben documentato. Solitamente, infatti, le aquile reali, che possono avere un’apertura alare di oltre 2 metri di lunghezza, si nutrono di prede di dimensioni più piccole, quali roditori, lagomorfi ed altri uccelli, e solo raramente di animali di taglia superiore, quali volpi o coyote (anche se in letteratura è descritto un attacco perfino ad un cucciolo di orso). Nel caso del cervo del Giappone, gli esperti parlano di predazione opportunistica, per definizione un evento assai raro, e non credono che questo fenomeno possa avere alcuna influenza significativa sulle dinamiche di popolazione del mammifero.
Crediti immagine: Rocky, Wikimedia Commons