Per prevedere l’evoluzione delle foreste a livello globale, gli scienziati hanno infatti utilizzato diversi secoli di dati riguardanti l’uso del suolo a livello mondiale, raccolti dalla FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) e da altre fonti. Questi dati sono stati poi incorporati nel modello matematico considerando tre fattori chiave: la resa agricola , il consumo pro capite di cibo , e la variazione della popolazione mondiale nel corso del tempo. Sulla base delle tendenze storiche, il modello matematico ha mostrato che il crescente consumo di cibo ha superato l’aumento dei rendimenti agricoli, prevedendo come conseguenza un’ulteriore diminuzione del 10% della copertura forestale globale, fino a raggiungere circa il 22 % del totale nel corso del prossimo secolo.
A meno di nuovi progressi tecnologici che aumentino i rendimenti, o che vengano messe a punto nuove strategie per ridurre il consumo di alimenti, la possibilità di un “interruttore” per la riforestazione globale resta però secondo gli scienziati ancora improbabile. Al contrario, in uno scenario alternativo in cui la produzione e il consumo alimentare si stabilizzassero sui valori sperati entro i prossimi 70 anni, la riforestazione potrebbe pian piano aumentare, fino a coprire il 35 % del nostro pianeta. La novità di questo modello matematico è quindi l’aver fornito una serie di linee guida quantitative che dimostrano esattamente quali benefici potrebbero portare alle foreste del nostro pianeta l’aumento delle rese agricole e la diminuzione dei consumi pro capite.
Per raggiungere i numeri sperati – suggeriscono infine i ricercatori – è necessario orientare gli nostri sforzi in tre direzioni: aumento della resa agricola , diffusione delle nuove tecnologie anche ai paesi in via di sviluppo , e infine riuscire finalmente a diminuire il consumo alimentare pro capite, riducendo così le pressioni di uso del territorio.
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