Quel giugno cadeva il suo cinquantesimo compleanno, una data per lui importantissima. Perché suo padre era morto di infarto a 49 anni e lui, che aveva in corpo un bel rischio cardiovascolare, a quella meta aveva paura di non arrivarci. E invece no: suonati i 50 e gabbato il destino, si è trovato coinvolto in una festa sorpresa in un’osmiza del Carso. Con tutti i suoi studenti a cantare in coro “Romeo, er mejo der Colosseo”.
Era emozionatissimo, quella sera, e fa male sapere che, soltanto nove anni dopo, la malattia si è presa la rivincita. Questa mattina Romeo ci ha lasciato. Non per colpa del cuore, ma di un tumore, che pure era riuscito a tenere a bada per alcuni anni. Una lotta costante, sempre giocata con le sue armi più tipiche: la lucidità, la consapevolezza, la leggerezza, l’ironia. Quelle stesse armi che cercava di insegnarci al Master, tra un gioco di parole e l’altro.
Nove anni sembrano pochi, eppure in mezzo ci è passata addirittura un’altra vita professionale, questa volta da capo ufficio stampa dell’Istituto nazionale di fisica nucleare. Con la sua squadra di comunicatori, dal 2007 a oggi Romeo Bassoli ci ha raccontato l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, l’avventura di LHC, la meraviglia della fisica delle particelle.
Gli ultimi momenti del suo viaggio personale, invece, li ha consegnati a Facebook (un’altra lezione di giornalismo e di vita, hanno detto in molti). In uno degli ultimi post ha dichiarato di essere entrato nel finale di partita con il suo tumore. Ha chiesto «solidarietà e soprattutto cinismo». Della prima ne è arrivata tantissima, del secondo un po’ meno. Perché quella di saper scherzare anche nei momenti peggiori era una grande abilità soprattutto sua. Poi un altro paio di post, a raccontare della sua notte con il bombolone di ossigeno e della delusione della morfina. Infine il silenzio.
Ora la sua bacheca si affolla dei saluti di chi lo ha conosciuto, magari solo di sfuggita, e apprezzato. Uniamo qui anche il saluto di OggiScienza, insieme a un forte abbraccio per i familiari. Ciao, Romeo.