Alcuni animali, però, manifestano colori dinamici e variabili nel tempo: i camaleonti, ad esempio, sono infatti in grado di modificare in tempi rapidissimi le proprie livree, restringendo ed allargando gruppi di specifiche cellule della pelle portatrici di pigmenti colorati: i cromatofori. Uno studio su Biology Letters, condotto sul camaleonte velato (Chamaeleo calyptratus), ha recentemente mostrato come questa estrema variabilità cromatica sia fondamentale nel determinare l’esito delle interazioni aggressive tra membri della stessa specie.
Quando due maschi si fronteggiano per l’accesso ad un territorio o ad una femmina, infatti, i loro colori diventano molto più brillanti ed intensi. Inoltre, in questo incruento duello, ogni parte del corpo gioca un ruolo comunicativo fondamentale per decretare il vincitore, quello che riuscirà a far indietreggiare l’avversario. Nella maggior parte dei casi, infatti, lo scontro si limita a schermaglie a colpi di colore, con il maschio che manifesta le strisce laterali del corpo dalle tonalità più accese che spesso risulterà prevalere sull’avversario. Lo stesso vale per il rapido mutamento dei colori della testa, anch’esso carattere associato ad una maggiore aggressività e, di conseguenza, a superiori chances di vittoria. Solo poche volte, invece, il duello a distanza si trasforma in uno scontro fisico, della durata di 5-15 secondi, il cui esito è già praticamente definito in partenza: anche in questo caso, solitamente, il maschio più colorato è quello che alla fine del combattimento avrà la meglio.
Le livree variabili dei camaleonti, sia prese nel loro insieme che nelle singole parti, sono quindi state plasmate dalla selezione naturale in modo tale da veicolare diversi tipi di informazioni riguardo le intenzioni aggressive e le abilità individuali nello scontro fisico.
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