Abbiamo chiesto un commento della notizia a Carlo Baccigalupi, professore associato di astrofisica alla SISSA di Trieste:
I risultati presentati ieri dagli scenziati impegnati nell’analisi dei dati dell’esperimento BICEP2 riguardano una componente (polarizzazione) della luce che riceviamo dalle regioni più antiche dell’Universo, vicine al Big Bang. Secondo le teorie riguardanti la Forza di Gravità (Relatività Generale di Albert Einstein) e i modelli esistenti di Universo primordiale, questa componente conterrebbe, in piccolissima parte, un “disturbo” dovuto a delle oscillazioni spaziotemporali prodotte durante il Big Bang, note anche come onde gravitazionali. Se esistenti, queste onde imprimono un segnale ben riconoscibile alla luce cosmica, che sarebbe appunto stato rivelato nei dati dell’esperimento BICEP2.
Trattandosi di una osservazione e potenziale scoperta importante per l’intera Fisica, che apre nuovi orizzonti nello studio della Gravità e dell’Universo Primordiale, occorrerà come per ogni altro risultato un attento esame della metodologia usata per l’analisi dei dati, e soprattutto la conferma da un esperimento indipendente.
Si tratta comunque di un grande passo in avanti per gli scienziati impegnati in queste ricerche, e per le tecnologie impiegate per le osservazioni.
Ulteriori dettagli nel prossimo approfondimento, stay tuned.
Crediti immagine: NASA, Wikimedia Commons