Questo progetto è nato una decina di anni fa all’Exploratorium di San Francisco, museo interattivo dedicato alla scienza, all’arte e alla percezione umana. L’idea del museo di Oppenheimer era quella di realizzare delle attività educative innovative che combinino scienza, arte e tecnologie digitali in modo da avvicinare le persone a un fare manuale. Nei primi anni, per indicare un simile approccio si utilizzava il termine “costruzionismo”, per riferirsi a due tipi di costruzioni: di idee e di progetti personalmente significativi. Da subito la filosofia costruzionista ha riscosso grande successo soprattutto tra gli educatori museali, tanto che nel 2009 l’Exploratorium decide di dedicare un intero piano a queste attività e di aprirle finalmente al pubblico col nome Tinkering Studio.
In italiano non c’è una parola unica con cui tradurre tinkering e si usano diverse espressioni per tentare di dare il senso di un’attività del genere. Si dice che il Tinkering è un metodo, un laboratorio, un percorso. È imparare attraverso il fare, avere le mani in pasta, armeggiare con strumenti e materiali secondo il proprio estro creativo, le proprie capacità e conoscenze. È un ambiente in cui rallentare e avere tempo per esplorare i fenomeni di tutti i giorni, curiosare nel mondo della scienza, mettere in pratica le proprie idee e creare qualcosa di nuovo.
“Se proprio vogliamo, si può tradurre ‘dal pensiero all’azione’, ma a me non piace tanto“ suggerisce Stefano Buratti del Museo nazionale della scienza e della tecnologia di Milano. “Alla fine Tinkering è un contenitore di talmente tante cose che non mi stupisce affatto che non ci sia una parola italiana per descriverlo”.
Le attività coinvolgono adulti e bambini e non c’è bisogno di alcuna pregressa conoscenza specifica. I laboratori sono molteplici e si parte sempre da materiali semplici che si trovano anche a casa: si possono costruire robot da disegno, giocattoli meccanici, piste per biglie, reazioni a catena e tutto ciò che la propria creatività riesce a inventare.
“In Italia Tinkering lo stiamo portando adesso noi qui al Museo di Milano grazie a una collaborazione con l’Exploratorium di San Francisco. Abbiamo fatto un workshop e ci hanno mostrato la tecnica” continua Buratti. “Il bello è che la gente impara quello che si sente libera di apprendere in quel momento. Lo fa suo e poi in un futuro, se avrà voglia, potrà riprendere alcuni concetti. È tutto molto libero e creativo”.
Le attività in calendario sono davvero molto vaste: il prossimo appuntamento è con le piste per biglie acrobatiche, dall’1 al 4 maggio.
Immagine di apertura: Lorenza Daverio, Museo Nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci. Crediti video: Luisa Alessio (riprese e montaggio), Enrico Miotto (riprese)