Classe 1919, studia dapprima Scienze Economiche e Commerciali all’Università Cattolica di Milano, dove si laurea nel 1941 con una tesi a cui aveva lavorato nientemeno che con Luigi Einaudi. Sono però anni difficili, e Colombo si vede costretto a pochi mesi dalla laurea a partire per il fronte russo, dal quale riesce, contrariamente a molti altri suoi compagni, a rientrare per una ferita di guerra. Tornato in patria decide di passare a studi matematici, ma ancora una volta la storia si frappone tra lui e la sua carriera. È il 1943 e Colombo deve rifugiarsi in Svizzera dopo l’8 settembre per ritornare solo una volta finita la guerra, quando riprende la sua carriera universitaria, prima a Venezia presso l’Ufficio Statistico dell’Ufficio Regionale del Lavoro e poi nel 1956, quando diventerà professore di Statistica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel 1967 viene chiamato dall’ateneo patavino per ricoprire la cattedra di Demografia nella Facoltà di Giurisprudenza e lì nel 1968 crea una vera e propria Facoltà di Scienze Statistiche, Demografiche e Attuariali.
La dedizione verso questa scienza lo porterà a partecipare a diversi lavori dell’ISTAT e dell’International Union for the Scientific Study of Population (IUSSP), oltre a ricoprire incarichi ministeriali.
Durante i lunghi anni di studio Colombo si dedica molto ai problemi demografici legati alla natalità nel dopoguerra, e quindi alla nuzialità e alla fertilità, ma quello che forse colpisce di più di questo personaggio è il suo interesse verso temi poco legati, specie a quel tempo, al panorama maschile, come la statistica legata al ciclo mestruale. In particolare compie studi di biometria del ciclo mestruale, riguardo all’interazione tra le componenti biologiche e quelle comportamentali della riproduzione, all’interno dello studio sulla storia sia dei singoli individui che delle popolazioni umane.
Un personaggio ancora oggi poco conosciuto dunque, ma con un’interessante storia da raccontare.