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Gli uccelli sacrificano il canto per il piumaggio? Non sempre

Diverse specie della famiglia dei Traupidi - Crediti immagini: Peter Wendelken, Frank Shufelt, Keith Bowers, Vivek Tiwari e Priscilla Burcher

WHAAAT? Il venerdì casual della scienza – Uno studio condotto su una delle famiglie di uccelli più ampie, e che vanta alcune tra le specie più variopinte, mette in dubbio una teoria che, in un certo senso, avevamo dato per assodata. Forse perché proposta da Darwin. Si tratta dell’idea secondo la quale gli animali hanno opzioni limitate quando si tratta di evolvere le caratteristiche più pittoresche, come piume e attributi di sorta, che vanno di pari passo con i display di corteggiamento e la loro probabilità di trovare un compagno (o una compagna) con cui accoppiarsi.

“Gli animali dispongono di risorse limitate, e devono sfruttarle per sviluppare un piumaggio appariscente o in alternativa dei canti elaborati, che li aiutino ad attrarre i partner e a difendere il territorio”, spiega Nick Mason del Cornell Lab of Ornithology, leader di un nuovo studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B. “Per questo avrebbe senso pensare che non possano avere entrambe queste caratteristiche. La nostra ricerca ha osservato più attentamente, suggerendo che in realtà alcune specie possono vantare una coppia di qualità”. Di quali specie si tratta?

Il team di ricercatori guidati da Mason, tutti della San Diego State University, ha cercato prove di questo compromesso (piumaggio variopinto a discapito del canto e viceversa) studiando una famiglia di uccelli canterini diffusi nell’America centrale e in Sudamerica, i traupidi. Di questa famiglia fanno parte anche i rinomati “fringuelli di Darwin”, descritti durante il viaggio alle isole Galapagos come esempio di speciazione. I traupidi contano 371 specie diverse (circa il 10% delle specie canore conosciute al giorno d’oggi) e includono alcuni tra gli uccelli più variopinti del pianeta, come la tangara del paradiso (Tangara chilensis), ma anche animali dal colore più modesto come il beccasemi ventrenero (Sporophila melanogaster). Spaziando tra le varie specie non è solo l’estetica a variare molto, ma anche le abilità canore: troviamo sia canti semplici che melodie molto elaborate.

Data la grande diversità all’interno della famiglia, si trattava ovviamente di un’occasione perfetta per osservare se, effettivamente, a un canto semplice corrispondano piumaggi e tratti appariscenti mentre a uno più complesso spetti una colorazione più discreta. Dopo numerose analisi statistiche, i ricercatori guidati da Mason hanno scoperto che un simile trend non esiste affatto: ci sono specie di traupidi colorate e provette cantanti come altre specie con individui tutti marroni e dal canto semplice. Oltre a tutte le vie di mezzo possibili. Il team di Mason ha anche stilato degli elenchi con 10 tra le specie di traupidi più spettacolari, e 10 tra quelle più abili nel canto. Le trovate qui

Ne è emersa un’ulteriore riprova del fatto che un bilancio tra, possiamo dire così, bellezza e bravura, in questo caso non sussiste. Un singolo genere di traupidi diffusi in alta quota, per esempio, vanta membri in entrambe le liste. Il tangara di monte guancenere (Anisognathus lacrymosus) ha ottenuto un dignitosissimo otto come cantante, mentre il tangara di monte nucagialla (Anisognathus sumptuosus) si è guadagnato il quarto posto per il piumaggio più complesso tra le 303 specie considerate.

Resta possibile, spiega Mason, che questo compromesso tra piumaggio e canto avvenga a livello di genere, o che influenzi le specie in determinati momenti in cui sono soggette a pressione evolutiva. Un effetto che si possa individuare in un’intera famiglia di uccelli, tuttavia, non sembra esistere. Una delle possibilità, secondo i ricercatori, è che le risorse necessarie per sviluppare il piumaggio appariscente non siano le stesse richieste per il canto, lasciando i traupidi liberi di investire in entrambe le caratteristiche simultaneamente, senza dover “scegliere”. 

 

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