Come si legge sul paper, pubblicato sulla rivista Astrobiology, i ricercatori hanno simulato i movimenti delle acque oceaniche su un pianeta che potrebbe (ipoteticamente) ospitare la vita, per scoprire in che modo differenti velocità di rotazione dei pianeti influenzassero il trasporto del calore in presenza degli oceani. Come spiega David Stevens, “il numero di pianeti che scopriamo fuori dal nostro sistema solare è in continuo e rapido aumento. Questo studio aiuterà a chiarire se questi pianeti potrebbero effettivamente ospitare vita aliena”. Sappiamo che molti sono del tutto inabitabili, specialmente in quanto si trovano troppo vicini o troppo lontani dai loro rispettivi soli.
Il fattore determinante che ne consegue, oltre a questo, è la temperatura alla quale per il pianeta sarebbe possibile avere acqua liquida, e proprio da questo emerge l’importanza dell’impatto sortito dagli oceani sul cima. “Gli oceani hanno un’immensa capacità di controllare il clima. Sortiscono effetti benefici perché fanno sì che la temperatura in superficie risponda molto lentamente alle modifiche stagionali nel calore solare. In più aiuta a garantire una certezza, quella che i cambi di temperatura attraverso le varie zone di un pianeta si mantengano a livelli tollerabili”, commenta Stevens. Marte ad esempio si trova nella zona abitabile del Sole, ma non ha oceani e la temperatura rimane perciò proibitiva.
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