Come spiega David Whitworth, uno degli autori del paper pubblicato sul numero di agosto dell’American Journal of Infection Control, il team di ricercatori aveva come obiettivo stabilire quale fosse il saluto più adatto a ridurre al minimo possibile il passaggio di batteri. Hanno iniziato immergendo una mano avvolta in guanto (inizialmente sterile) in un contenitore pieno di batteri: una volta fatto asciugare il guanto, hanno poi fatto alcune prove di saluto con un altro ricercatore, che indossava a sua volta un guanto sterile. Si sono scambiati una stretta di mano, un fist bump e un cinque, a vari livelli di intensità nel contatto e mimando saluti di differente durata.
In seguito, i guanti del secondo ricercatore (quelli rimasti sterili fino ai vari saluti) sono stati immersi in una soluzione per contare il numero di batteri che vi erano stati trasferiti con il contatto. La stretta di mano ne trasmetteva circa il doppio rispetto al cinque, mentre molti meno anche del cinque passavano ricorrendo al fist bump. In tutti e tre i casi, comunque, più a lungo durava il saluto maggiore era la quantità di batteri che passava da una mano all’altra.
“Scegliere di ricorrere al fist bump per salutarsi potrebbe ridurre significativamente la trasmissione delle malattie infettive tra individui”, spiega Whitworth. “È improbabile che un saluto che non prevede il contatto possa soppiantare la stretta di mano; in ogni caso, nell’ottica di un miglioramento della salute pubblica, incoraggiamo che il fist bump venga utilizzato sempre di più come semplice e più igienica alternativa”.
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