Site icon OggiScienza

L’eroe non ci pensa due volte

2522135992_a38f974fc1_z
RICERCA – L’altruismo estremo potrebbe essere motivato da un processo istintivo. Ciò che distingue una persona “normale” che di fronte al rischio della propria vita si mette in salvo, da un eroe che entra in azione invece di scappare, aiutando gli altri senza pensare al rischio personale, sarebbe proprio la frase “senza pensare”.

Lo hanno dedotto i ricercatori di Yale, autori di un recente studio sull’altruismo estremo pubblicato su PlosOne. Si sono chiesti se gli eroi civili lo sono grazie a una spinta interiore derivante da un processo non razionale o se invece agiscono dopo averci ben pensato e avere trovato il modo di mettere da parte la paura per la propria sopravvivenza.

Sono stati intervistati 51 eroi civili tra i 9.500 che hanno ricevuto la medaglia al valore del Carnegie Hero Found per i loro atti eroici. Utilizzando un algoritmo matematico e un’intervista ai partecipanti, nella quale veniva chiesto di descrivere il loro atto di coraggio come istintivo o deliberato, è risultato che tutti gli “eroi” avevano agito d’istinto, senza pensarci due volte. Se ci avessero riflettuto qualche secondo di più, è possibile che non avrebbero avuto il coraggio di agire.

Quindi alla domanda “Perché un tizio rischia la vita per salvare degli sconosciuti?” si potrebbe banalmente rispondere “Perché non ci ha pensato”. Eppure ci deve essere dell’altro, lo confermano anche i ricercatori. Perché a questo si aggiungono l’attitudine e l’abitudine alla cooperazione, le differenze caratteriali e forse altro ancora.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Eneas De Troya, Flickr

Condividi su