È la storia che troverete in “Ninna, il piccolo riccio con un grande cuore” (Edizioni Piemme, 256 pagine, 16,50 €, dai 6 ai 10 anni) scritto dal veterinario Massimo Vacchetta – che da qualche anno ha aperto il Centro di Recupero Ricci La Ninna, un piccolo ospedale specializzato in cura e riabilitazione dei ricci molto noto anche grazie alla pagina Facebook – e dalla giornalista Claudia Fachinetti.
Il filo conduttore è la vita del piccolo Francesco, appena sconvolta dalla separazione dei suoi genitori che porta lui, la sorellina e la mamma a trasferirsi da Torino al piccolo paese di Novello dove vivono i nonni. Francesco è arrabbiato, ha indetto uno sciopero della parola ed è preoccupato rispetto ai cambiamenti che dovrà affrontare in questa sua nuova vita. Tutte emozioni che si accumulano e imbottigliano dentro di lui fino a quando ad aprire uno spiraglio sono il veterinario Massimo, che diventerà un caro amico, e una creaturina inaspettata: Ninna, un piccolo riccio femmina di appena 25 grammi che per sopravvivere avrà bisogno di cure continue.
Noi e la natura
La storia di Francesco ci accompagna in riflessioni sui rapporti umani e sulla nostra relazione con la natura, affrontando temi fondamentali: l’importanza di ricordare che gli animali selvatici sono selvatici e appartengono alla natura, non alle nostre case, e che tante delle azioni che ormai compiamo senza riflettere hanno conseguenze gravi, anche se non le vediamo. I nostri rifiuti in plastica abbandonati in giro possono diventare trappola mortale per la fauna, la nostra guida disattenta sulle strade fare numerose vittime, i prodotti lumachicidi e insetticidi possono avvelenare non solo quelli che per noi sono “parassiti” – e che potremmo rimuovere in altri modi – ma anche chi se ne nutre, come i ricci.
“Non ci avevo mai pensato” dirà Francesco al suo amico Massimo, quando gli spiega che tutti gli oggetti che accumuliamo nelle nostre case o che consideriamo innocui divertimenti – come i palloncini – possono uccidere altri animali. Così le storie dei diversi ricci accuditi dalla clinica di Massimo ci parlano dei tanti, subdoli e incuranti modi nei quali danneggiamo la natura intorno a noi. In modo delicato ma convinto si affrontano anche il tema del benessere animale e del consumo di carne.
Ricci e altri amici
Dal libro impariamo tanto sui ricci: che non dovremmo mai dar loro latte vaccino, pane o frutta secca, che percorrono anche due o tre chilometri per notte, ad esempio, o che sono animaletti abitudinari la cui presenza è facile da “investigare” nel giardino di casa dove è possibile allestire un piccolo rifugio o una mangiatoia. E ancora accanto ai ricci ci sono le tante creature che nei nostri spazi verdi possono diventare ospiti graditi, e indicazioni pratiche per attività – da svolgere con un adulto – per invitarli: scopriamo come costruire un hotel per insetti, una bat box, uno stagno artificiale.
Questo è un bel libro da leggere insieme, per imparare e riflettere su temi importanti portando poi quelle riflessioni nell’agire quotidiano. Perché anche agli adulti, presi nella frenesia della vita di tutti i giorni, capita di non fermarsi a riflettere sull’impatto che le attività umane hanno sull’ambiente. E ora più che mai è cruciale prenderne coscienza e cambiare le nostre abitudini, spesso deleterie per chi condivide con noi il pianeta.
Leggi anche: “La cura del freddo”, un libro di Matteo Cerri
Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.