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Forensis – la scienza del crimine: DNA

Il DNA, o acido desossiribonucleico, è per il 99,5% uguale in tutti gli individui. La parte rimanente, lo 0,5%, è la porzione del DNA che varia da una persona all’altra. Infatti, esistono sequenze di DNA dove le basi sono ripetute più o meno volte in modo diverso in ogni individuo, e sono queste che – avendo variabilità elevata – caratterizzano in modo unico tutti noi.

Il fingerprinting genetico analizza le sequenze di DNA diverse da persona a persona. Una tappa importante per rendere più facile l’analisi del DNA è stata la PCR, che sta per polymerase chain reaction, scoperta nel 1983 da Kary B. Mullis, che per questo ottenne poi il premio Nobel per la chimica nel 1993. Il fingerprinting genetico o esame del DNA è stato applicato per la prima volta nelle scienze forensi negli anni ’80, quando il genetista inglese Alec John Jeffryes ha pensato di utilizzare le sue scoperte in campo scientifico per risolvere un caso di duplice omicidio.

Il secondo episodio del podcast Forensis – la scienza del crimine, vi racconterà in che cosa consista il test del DNA, che grazie alle intuizioni di Jeffryes e l’utilizzo della PCR ha reso possibile l’identificazione dei criminali tramite l’analisi dei loro fluidi corporei lasciati accidentalmente sulle scene del crimine.


La Sigla è Forging Stormbreaker di The Whole Other (Youtube Audio Library)

Musiche (Youtube Audio Library):

Orbit – Corbyn Kites

Things Are Going Southampton – Verified Picasso

Forget Me Not – Patrick Patrikios

A Call Is Upon Us – The 126ers

Deep State – Vans in Japan

Cages – Density & Time

Fonti: The Innocence Project, Polizia di Stato, The Daily Cases, TorinoScienza, Ministero dell’Interno

Si ringrazia Giulia Rocco per la revisione del testo.

Crediti immagini: qimono via Pixabay

 

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