Con quali conseguenze ? Verrebbe di fatto a mancare un polo regionale che svolga progetti di educazione ambientale e sensibilizzazione all’ambiente marino-costiero (sono più di 15 mila i visitatori coinvolti ogni anno dall’area protetta), che proponga attività di gestione dello sfruttamento turistico del territorio e di regolamentazione della pesca e che si ponga attraverso le collaborazioni con enti di ricerca italiani e stranieri come realtà di sperimentazione ‘sul campo’ di progetti che spaziano dall’oceanografia agli studi eco-etologici.
“La cosa più paradossale” spiega Maurizio Spoto “ è che la riserva non è un ente ‘inutile’ neanche dal punto di vista economico. Tutte le attività svolte agiscono da volano su ogni euro investito producendo ricadute economiche 6-7 volte maggiori legate alle attività culturali e turistiche locali a cui si devono aggiungere i benefici economici determinati dalla conservazione della biodiversità”. Queste affermazioni si basano su analisi sviluppate insieme al Dipartiment di Economia dell’Università di Udine. Qui è possibile scaricare il pdf di uno studio di contabilità ambientale svolto nel 2004 che dimostra come il 64% dei contributi pubblici sono di fatto ammortizzati dai benefici territoriali creati dalle attività dell’area protetta. Analisi più recenti (non ancora pubblicate, ma disponibili presso la RNMM) indicano che l’investimento pubblico è attualmente totalmente ammortizzato e produce un ricchezza ad un tasso di interesse del 7,3%.
Come nel caso degli ‘enti inutili’, l’erosione dei fondi destinati ai parchi e aree protette viene da lontano e dal 2004 i tagli si son fatti via via più cospicui. Ma ora siamo a un punto di non ritorno. Università, enti scientifici, parchi, riserve: le prospettive sono desolanti. Se non ci saranno punti di svolta, le nuove generazioni rischiano davvero di trovarsi attorniate dal deserto.
Questo articolo è scritto da Marta Picciulin, ricercatrice del Dipartimento di Sceinze della Vita dell’Università degli Studi di Trieste, che da anni collabora con la Riserva di Miramare