Che cosa è emerso dall’analisi dei dati su 92.614 morti “dirette” di civili iracheni nel periodo preso in esame? Niente di buono ovviamente. Spagat e colleghi hanno osservato che la maggior parte delle morti violente sono state inflitte da ignoti, e che la fonte principale di morte sono state le esecuzioni extragiudiziali. Questo tipo di esecuzioni erano sproporzionatamente più numerose in quei governorati (regioni) dove era più alto in assoluto anche il numero di morti violente.
Spiace dirlo ma in questa carneficina di civili una gran mano è stata date dalle forze della Coalizione, che suppostamente avrebbero invaso il paese per liberare i civili e importare democrazia. Come prevedibile il picco di morti di civili causate dalle forze della coalizione ha coinciso con l’invasione del 2003, ma ancora più notabile è il dato su donne e bambini uccisi dalle forze “amiche”. Spagat e colleghi infatti hanno preso in esame il “Dirty War Index” e cioè la proporzione di donne e bambini nel totale delle morti di civili indicate come uomini, donne e bambini. Questo indice, spiega Spagat dimostra che non vi è stato alcun declino delle morti causate dalle forze della coalizione nei cinque anni presi in considerazione in questa parte della popolazione particolarmente vulnerabile.
I dati indicano anche che la causa maggiore (nel complesso) di queste morti si deve al fuoco dei mortai o ai veicoli-bomba (non suicidi) da parte di ignoti e dagli attacchi aerei della Coalizione.
“Mi pare che i risultati più impressionanti si possano rappresentare nella forma di ‘un cane che non ha abbaiato’,” ha dichiarato Spagat. “Abbamo trovato che non vi è alcun indizio di un miglioramento in quello che abbiamo chiamato “Woman & Child Dirty War Index” da parte delle forze della Coalizione. Dunque la frazione di donne e bambini fra tutti i civili che sono stati provati essere uccisi dalle forze della Coalizione non sembra essere diminuita fra il 2003 e il 2008.”