In base a questo modello Arslan ha sintetizzato la forma antica del gene e l’ha inserita nel batterio, che in questa versione è cresciuto molto più lentamente del normale (la velocità di crescita si è in pratica dimezzata). Lo scienziato ha poi lasciato che otto linee di batteri si riproducessero per 1.000 generazioni.
Dopo questo perido “di evoluzione” i batteri hanno riacquistato velocità nella crescita, ma quando i ricercatori hanno analizzato EF-Tu si sono accorti che non era per nulla cambiato. A essersi evoluti invece erano altri geni che normalmente interagiscono con EF-Tu. I ricercatori sono comunque curiosi di capire se EF-Tu può evolvere e quindi intendono continuare l’esperimento.
Crediti immagine: Nathan Reading