ECONOMIA - Ricordate l'epidemia di infezioni da Escherichia coli che l'anno scorso ha spazzato l'Europa, provocando alcune decine di morti e migliaia di ricoveri ospedalieri? I primi casi di intossicazione furono segnalati in Germania all'inizio di maggio ma ci vollero quasi due mesi per capire che i colpevoli non erano cetrioli spagnoli ma germogli di semi (fieno greco in particolare) e per individuare la probabile origine degli "untori" in una società di esportazione egiziana. Ecco, il caso è emblematico di quanto sia diventato difficile individuare velocemente il punto di partenza di una contaminazione alimentare, nonostante questa sia proprio la prima informazione che bisognerebbe ottenere in situazioni del genere. Del resto, basta dare un'occhiata all'intricata rete degli scambi internazionali del settore agroalimentare ricostruita su PLoS One da un gruppo di ricercatori di vari paesi per rendersi conto che il compito non può che essere complicatissimo
CRONACA - Un singolare esperiemento sui meccanismi dell'evoluzione è stato presentato lo scorso 15 aprile ad Altlanta alla Astrobiology Science Conference della NASA. Eric Gaucher e Betül Arslan della Georgia Tech University hanno riportato indietro nel tempo un gene del DNA dell'Escherichia coli, noto batterio, chiamato EF-Tu. In lavori precedenti Gaucher aveva desritto nel dettaglio come doveva essere fatto il gene 500 milioni di anni fa (nel lavoro originale il ricercatore aveva messo a confronto le sequenze di molti batteri moderni compiendo poi un ragionamento a ritroso).
NOTIZIE - Lo sviluppo di ceppi batterici resistenti agli antibiotici è un problema sempre più serio, soprattutto per quelli responsabili di infezioni ospedaliere. Cancellate l'immagine di ospedali immacolati e sale operatorie asettiche: secondo quanto riportato su Epicentro, il sito web del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità:
si può stimare che in Italia il 5-8% dei pazienti ricoverati contrae un’infezione ospedaliera. Ogni anno, quindi, si verificano in Italia 450-700 mila infezioni in pazienti ricoverati in ospedale (soprattutto infezioni urinarie, seguite da infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi). Di queste, si stima che circa il 30% siano potenzialmente prevenibili (135-210 mila) e che siano direttamente causa del decesso nell’1% dei casi (1350-2100 decessi prevenibili in un anno).
Esce oggi sulla rivista PLos Genetics una ricerca che spiega come i batteri che acquisiscono la capacità di resistere a diversi trattamenti antibiotici (multiresistenza) sono anche in grando di replicarsi più rapidamente rispetto al ceppo wild type.
IL PARCO DELLE BUFALE -Medici cattolici propongono l'omeopatia come "cura" per l'omosessualità. No, sul serio: parola di Der Spiegel. Dalla cura del colera ad Haiti, a fantasmagoriche vaccinazioni contro gravi malattie infettive (malaria in primis, a seguire febbre gialla, dengue etc...) passando per un raffinato protocollo di profilassi (via newsletter) per difendersi dagli isotopi radioattivi emessi da una centrale nucleare in avaria, sembra proprio che non ci possa essere freno alle applicazioni della più ridicola fra le pseudoscienze in campo medico, ma proprio quando si comincia a pensare che nulla potrebbe più stupirci, l'Omeopatia (occhio alla maiuscola) è pronta a dimostrarci che ci più cose in Cielo e in Terra di quante ne sogni la nostra filosofia: ora, in Germania, anche l'omosessualità si "cura" con acqua e zucchero.
NOTIZIE - Ieri quando ho scritto dell'infezione da Escherichia coli, ancora si dava la colpa ai cocomeri (e pomodori e lattuga) spagnoli, ma oggi le certezze vacillano seriamente, quindi trovo giusto precisare alcune cose e ricostruire quel che è emerso in questi giorni sulla Shiga toxin-producing E. coli (STEC, letteralmente "E. Coli che produce la tossina shiga", per la spiegazione dell meccanismo d'azione potete leggere l'articolo di ieri) che ha provocato (ultimo aggiornamento) 16 morti (principalmente in Germania) e migliaia di persone infette (centinaia in maniera grave) e che sta sollevando notevoli preoccupazioni soprattutto nei paesi del nord Europa.
È andata così: dopo i primi dieci morti accertati da infezione di E. coli in Germania, giovedì scorso Cornelia Prüfer-Storcks, ministro della salute nello stato di Amburgo (il porto tedesco è uno dei più colpiti dall'infezione) ha per prima accusato la verdura proveniente dalla Spagna (basandosi sulle ipotesi precocemente avanzate dai medici e biologi dell'Istituto Koch, l'analogo del nostro Istituto Superiore di Sanità), ha reso noto che si sospettava la verdura fresca proveniente dalla Spagna. C'è da dire che nessuno ha sostenuto che quest'ipotesi fosse certa (le autorità tedesche hanno continuato a ripetere che la "causa è ancora sconosciuta", ma gli scienziati hanno dichiarato che i sospetti verso cetrioli, pomodori e insalata erano fondati, perché il letame usato per fertilizzarli può contenere E. coli)
NOTIZIE - Diciamolo chiaramente: il nostro intestino è pieno zeppo di Escherichia coli, il batterio alla ribalta in questi giorni a causa di un'epidemia che, al momento, ha mietuto 14 vittime in Germania e contaminato già qualche migliaio di persone. Cioè, non è il fatto di essere infatteti da E. coli che è pericoloso: da pochi giorni dopo la nascita il nostro intestino si riempie di questo batterio, che in realtà ci protegge (occupando tutti gli spazi) da altre infezioni nocive e che ha pure un ruolo importante nella sintesi della vitamina k2, importante per il nostro organismo. Certo E. coli può essere nociva se invece che nell'intestino viene a trovarsi altrove (per esempio nel tratto urinario). Inoltre i ceppi che sono benefici per una specie (l'essere umano) possono essere dannosi per un'altra specie (le mucche per esempio) e viceversa.
Ma come esattamente E. coli diventa mortale? Per capirlo ci sono alcune cose fondamentali da sapere sui batteri. I batteri non rispettano le barriere dettate dalle specie, o meglio tendono a comportarsi come un superorganismo composto da tanti tipi di cellule, piuttosto che come singoli individui ognuno appartenente a una data specie. Nella fattispecie questo significa che ogni batterio ha l'abitudine di scambiarsi pezzetti di DNA con gli altri. È un meccanismo diverso da quello usato dalle specie sessuate, che attraverso la fusione dei gameti creano un nuovo individuo con un DNA che è un mix di mamma e papà. Nel caso dei batteri si tratta di piccoli frammenti di DNA.
NOTIZIE - Che il futuro della memoria digitale stia nei batteri? Sì, avete letto bene, batteri e non virus, e intesi in senso letterale. Nella fattispecie si tratta di Escherichia coli. Un team di studenti cinesi (dell’Università Cinese d Hong Kong) da qualche tempo sta infatti lavorando sulla “biomemoria”, e cioè la possibilità di immagazzinare le informazioni negli organismi viventi. Per ora Aldrin Yinn e colleghi sono riusciti a immagazzinare gli 8074 caratteri della dichiarazione di indipendenza americana (perché dei cinesi abbiano scelto questo testo resta un mistero, forse ha a che fare con la parziale sponsorizzazione della ricerca da parte del Massachusetts Institute of Technology) in diciotto cellule batteriche. Yinn ha presentato i risultati al concorso iGEm, promosso dal MIT, dove è stato premiato con una medaglia.
Le bioplastiche sono essenzialmente il prodotto della lavorazione di zuccheri di origine vegetale. Quelli finora utilizzabili sono però solo una frazione di quelli contenuti negli scarti organici di origine agricola e in quelli provenienti dalla produzione di alimenti. Ora, batteri geneticamente modificati e poi allevati selettivamente promettono uno sfruttamento molto più efficiente di questa biomassa.