Alberto Cottica
Luca Corsato
JEKYLL – La diffusione degli open government data ha ricevuto un grande impulso nel 2009, quando l’amministrazione Obama ha promulgato l’Open Government Directive. Secondo il documento, «le agenzie devono pubblicare le informazioni on line utilizzando un formato aperto (open) che possa cioè essere recuperato, soggetto ad azioni di download, indicizzato e ricercato attraverso le applicazioni di ricerca web più comunemente utilizzate.»
In effetti, i dati aperti delle pubbliche amministrazioni costituiscono una grande risorsa. Secondo l’Open Data Handbook, i dati pubblici aperti favoriscono la trasparenza e il controllo democratico, la partecipazione, il miglioramento dei servizi, solo per citare alcuni degli aspetti più evidenti.
Che cosa succede realmente nel passaggio delle informazioni dalle istituzioni al cittadino? L’apertura dei dati diventa efficace quando è libera da condizionamenti giuridici, finanziari o tecnologici, ma è anche evidente che non tutti sono in grado di avere accesso ai dati o di leggerli e interpretarli correttamente. Si sta forse creando un gap di conoscenza tra chi dispone delle risorse per analizzare i dati e chi invece deve affidarsi all’interpretazione di un altro soggetto? L’attribuzione di significato a un determinato set di dati può essere in qualche modo univoca e non condizionata da interessi esterni? Ne abbiamo discusso con l’economista Alberto Cottica (sì, proprio lui, l’ex fisarmonicista dei Modena City Ramblers e attualmente impegnato con i Fiamma Fumana) e con Luca Corsato, entrambi membri di Spaghetti Opendata,
Crediti per le immagini:
In apertura, Open government data, justgrimes / Flickr
Alberto Cottica (con la fisarmonica), Giò-S.p.o.t.s. / Flickr
Luca Corsato (in bianco e nero), Licenza IODL 2.0