Grazie al suo ritrovamento e allo straordinario stato di conservazione dei suoi resti fossili (non lo scheletro completo ma con residui di tegumenti), questa nuova specie fornisce importanti informazioni sulle fasi evolutive che hanno preceduto l’origine dei mammiferi. La sua posizione filogenetica riflette le sue caratteristiche anatomiche: Megaconus presentava infatti il corpo interamente ricoperto da una pelliccia (anche se esiste la possibilità che l’addome ne fosse privo) e possedeva denti dalla morfologia tipicamente mammaliana, ma allo stesso tempo aveva una struttura mandibolare molto simile a quella dei rettili, con gli ossicini dell’orecchio interno, strutture uniche dei mammiferi, ancora fusi con la mandibola.
Megaconus (qui una ricostruzione) aveva le dimensioni di un odierno scoiattolo e un’andatura probabilmente goffa, dovuta alla fusione delle ossa delle zampe, in particolare di quelle posteriori, che non lo rendeva né un buon arrampicatore né un veloce corridore. Nonostante questo, le abitudini notturne e la dieta onnivora, unite alla presenza di uno sperone cheratinoso sui talloni, simile a quello degli attuali ornitorinchi (Ornithorhynchus anatinus) e probabilmente collegato ad alcune ghiandole velenifere, hanno garantito a questo quasi-mammifero di sopravvivere in un ambiente ancora dominato dai dinosauri.
Questa scoperta, concludono i ricercatori, conferma che alcune caratteristiche dei tegumenti dei mammiferi hanno un’origine molto precedente alla comparsa dell’antenato comune a questo gruppo di vertebrati e fornisce un’immagine di come doveva essere l’aspetto dei progenitori dei mammiferi nel corso del Giurassico.
Crediti immagine: Nobu Tamura, Wikimedia commons (esempio di mammaliforme, Castorocauda lutrasimilis)