I ricercatori hanno applicato degli elettrodi alle orecchie di 34 persone sane e acceso il TENS per sessioni di 15 minuti ciascuna. Durante l’esperimento hanno monitorato la variabilità dei battiti cardiaci soggetti e l’attività della parte del sistema nervoso che guida il cuore. Il primo effetto positivo che è stato osservato è la forte variabilità dei soggetti. Un cuore sano infatti non batte come un metronomo, al contrario esso interagisce continuamente con l’ambiente circostante, diventando un più veloce o più lento a seconda delle situazioni. Ebbene, l’esperimento ha permesso di rilevare che quando si stimola questo nervo si ottiene in media un aumento del 20% della frequenza cardiaca. Il secondo effetto positivo è l’inibizione del sistema nervoso simpatico, che guida l’attività cardiaca attraverso l’adrenalina. Abbiamo misurato l’attività del sistema simpatico verificando che la sua attività veniva ridotta di circa il 50% quando l’orecchio veniva stimolato.
Questo è importante in caso di malattia cardiaca, poiché si tende ad avere un aumento dell’attività simpatica, che spinge il cuore a lavorare di più, restringe le arterie e può provocare dei danni, ragione per cui molti trattamenti contro lo scompenso cardiaco, come per esempio i beta bloccanti, sono volti proprio a fermare l’attività simpatica.
La stimolazione di questo nervo viene utilizzata da tempo per il trattamento dell’epilessia, ma nel caso delle malattie cardiache ad oggi è tutto ancora un’ipotesi che i ricercatori di Leeds seguiteranno a studiare. “Abbiamo ora bisogno di capire quanto grande e quanto duraturo l’effetto residuo sul cuore è e se questo può aiutare i pazienti con malattie cardiache unitamente ai loro consueti trattamenti” afferma Jim Deuchars, tra gli autori dello studio. “Il prossimo passo sarà infatti quello di condurre uno studio pre-clinico nei pazienti con scompenso cardiaco.”
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