Queste tre componenti di rischio, fattore geografico, dimensione delle comunità e rapidità di declino del numero di parlanti state istituite per valutare il rischio di estinzione delle lingue, vale a dire i sintomi della messa in pericolo piuttosto che le cause effettive dell’estinzione.
Ad ogni modo, come si diceva il primo fattore di rischio secondo gli scienziati è senza dubbio l’aspetto socioeconomico, che si traduce nella correlazione tra un alto pil pro capite e il diradamento del numero di parlanti di una comunità linguistica, come conseguenza di un’insufficiente trasmissione intergenerazionale. In seguito, il rischio provocato dai fattori geografici e climatici che fanno sì che alcune comunità linguistiche rimangano chiuse e si estinguano con l’andarsene della popolazione più giovane.
Dal punto di vista dei dati, le informazioni su cui il team si è basato per individuare le correlazioni è l’ Ethnologue – 16th edition, che rappresenta la più autorevole fonte onnicomprensiva della distribuzione geografica delle lingue nel mondo per numero di parlanti. Inoltre, il database contiene dati dal 1949 fino al 2005, che permettono di fissare il tasso di crescita o di decrescita del numero di parlanti di un gruppo linguistico in un range temporale molto ampio.
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Crediti immagini:
Immagine di apertura: La torre di Babele di Pieter Bruegel il Vecchio
Figura 1: Amano et al., concessione della Royal Society