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Come “stappare” il virus dell’HIV

6813384933_1fb31d73fb_zSCOPERTE – Il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) è un po’ come un barattolo a chiusura ermetica che nessuno è ancora riuscito a stappare. La buona notizia è che i ricercatori del Centro di Ricerca CHUM, affiliato con l’Università di Montreal, hanno individuato una molecola “apriscatole” in grado di forzare il virus ad aprirsi ed esporre le sue parti vulnerabili, permettendo alle cellule del sistema immunitario di intervenire e uccidere le cellule infette.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, apre un nuova strada alla lotta contro l’HIV e potrebbe portare alla progettazione di un vaccino per prevenire la trasmissione del virus. Questo approccio innovativo potrebbe anche consentire un giorno l’eradicazione totale del virus. Nonostante i recenti progressi, infatti, ci sono ancora 35 milioni di persone infette in tutto il mondo.

Gli studiosi hanno scoperto che i malati di HIV-1 producono già gli anticorpi in grado di uccidere le cellule infette ma non riescono a distruggere l’involucro esterno del virus. L’aggiunta della piccola molecola che agisce come un apriscatole permetterebbe di forzare lo scudo esterno del virus e quindi di esporre le regioni riconosciute dagli anticorpi, dando inizio all’attacco da parte del sistema immunitario.

In uno studio precedente, lo stesso team di ricercatori aveva dimostrato l’esistenza di due proteine che agiscono come “guardie del corpo” del virus HIV-1. Disattivare queste proteine facilita l’eliminazione delle cellule infette. Sì, ma come fare ad ingannare il virus? La molecola “apriscatole” identificata dai ricercatori canadesi è molto simile a una proteina chiamata CD4 che si trova normalmente sulla superficie dei linfociti T e consente alle cellule del sistema immunitario di essere infettate da HIV. Nell’accedere alla cellula il virus deve sbarazzarsi delle proteine CD4 per proteggere se stesso. Se invece interagisce con la molecola simile a CD4 si apre e consente l’interazione agli anticorpi e in ultima analisi la morte della cellula infetta.

Per decenni gli scienziati hanno cercato di elaborare un vaccino per bloccare l’infezione da HIV che causa l’AIDS. I farmaci antiretrovirali possono rallentare la diffusione del virus, che però rimane nascosto e dormiente nell’organismo nei cosiddetti “serbatoi” e ritorna attivo quando i trattamenti vengono interrotti. La soluzione prospettata dai ricercatori canadesi è quella di riattivare i serbatoi risvegliando il virus e attaccarlo subito dopo grazie all’aiuto della molecola “apriscatole” e degli anticorpi già presenti.

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: NIAID, Flickr

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