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Operazione Squadra rossa: la strategia

Una parodia dei cartelloni digitali affissi dallo Heartland Institute per le strade di Chicago nel 2012. Autori ignoti.

IL PARCO DELLE BUFALE – La custode ha studiato il memo che farà vincere ai benefattori dell’umanità la guerra contro gli scienziati del clima. Prima di condividerlo con i lettori e arruolarli nella troupe dell’Asse del Bene, ne riassume l’origine e la causa, cercando di conservarne il tono marziale.

La fonte

Gli ordini di battaglia sono impartiti dallo Heartland Institute, un ente di beneficenza (nota 1) finanziato prima da Exxon Mobil e da fondazioni anti-ambientaliste, alcune delle quali dissuase da una campagna pubblicitaria che nel 2012 paragonava chi “crede ancora” nel riscaldamento globale a dittatori sanguinari e serial killer, subito parodiata dall’Asse del Male. Ora vive della generosità di alcuni multimiliardari: due fratelli Koch e Mercer padre e figlia che hanno sostenuto anche la campagna elettorale di Donald Trump.

Il motivo

Traboccante gratitudine, il governo Trump intende ridare ai produttori di combustibili fossili, innanzitutto, il diritto di inquinare e di migliorare così la salute degli americani e l’ambiente globale. Tuttavia i suoi tentativi sono ostacolati da una sentenza della Corte Suprema che ha giudicato valide le evidenze di pericolosità (endangerment findings) delle emissioni di gas serra e legalmente fondate le norme dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA).

La rosa

Per aggirare l’ostacolo, nell’aprile scorso il presidente dello Heartland Joe “Camel” Bast ha incontrato Scott Pruitt, nominato da Trump a capo dell’EPA perché da avvocato e da procuratore aveva perso i processi che intentava contro l’Agenzia, in difesa dei benefici dell‘inquinamento da mercurio o altre sostanze tossiche. Lo aveva convinto ad affidare a una “squadra rossa” il compito di sconfiggere con evidenze alternative la sua “antitesi”: i ricercatori che da venticinque anni scrivono i rapporti dell’IPCC, detti la squadra blu.

In giugno, Bast mandava a Pruitt una rosa di 205 candidati: la mailing list dello Heartland composta da 145 “esperti di clima” e 60 “economisti” di varie nazionalità. Molti sono pensionati, ingegneri, consulenti, informatici, blogger, mentre mancano alcune star del negazionismo mondiale dell’effetto serra come i fisici Franco Battaglia e Antonino Zichichi.

Screzi in fanteria 

Prima ancora che la rosa fosse pubblicata il 25 ottobre, alcuni dei 205 si erano lamentati. Judith Curry per esempio, che tanto aveva tifato per la squadra rossa, non ha gradito di ritrovarsi in compagnia di invasati, come Oliver “Il sole è fatto di ferro” Manuel che ospita ed elogia da anni sul suo blog.

Il memo della strategia – ottenuto anch’esso grazie a un leak e pubblicato in contemporanea dall’Asse del Male – li ha lasciati senza parole. A Kert Davies di Climate Investigations, quella mail confidenziale “sembra il canto del cigno del presidente uscente, Joe Bast”:

le cose non vanno come previsto, ma questi non rinunciano. Le nuove strategie comprendono mirare direttamente al presidente Trump su Twitter per aggirare Pruitt del quale non si fidano.

Auguri.

La campagna militare

Il canto riassume gli obiettivi dello Heartland e di lobby simili finanziate da Koch & Mercer. Alcuni sono ambiziosi

Auguri bis. Altri  sono più modesti, ma collegati (nota 2)

Gli ordini destinati alla troupe di volontari e mercenari rientrano in tre categorie,

a) disinformare i media e l’opinione pubblica:

b) abbattere il nemico n. 1:

c) bombardare una Big Corporation:

La custode suggerisce Google o Peabody Energy e rinnova gli auguri.

Da fine stratega, Joe Bast sa che ogni comandante deve conoscere i piani degli altri. Purtroppo, scrive, il 28 settembre la seconda riunione al Quartier Generale sull’operazione Squadra rossa

con circa 40 scienziati del clima, economisti, legali ed altri esperti […] ha evidenziato che Heartland, C[ompetitive] E[nterprise]I[nstitute], Cato, Heritage e altri gruppi non hanno saputo comunicare le proprie STRATEGIE nemmeno ai convenuti. Serve più trasparenza. Tendiamo a celare, o almeno a non pubblicizzare i nostri copioni, per timore che la controparte lanci contro-offensive le quali, ne siamo certi, saranno finanziate molto meglio dei nostri sforzi e accolte più calorosamente dai media. Ma dovremmo trovare il modo di comunicare i nostri piani ai nostri amici.

Gli articoli usciti in questi giorni sui media americani confermano che almeno Heartland ci è riuscito, complimenti per la trasparenza, e che i cronisti si vendono a un miglior offerente. In attesa dei leak sulla

terza e forse ultima riunione con i 150 esperti di clima l’8 novembre a Houston alla vigilia della conferenza Heartland sull’energia “America First” (nota 4)

e dei 10 mila euro che le spettano per la calorosa accoglienza nel Parco delle Bufale, la custode gli augura lo stesso successo in Italia.

Note

  1. Non profit esentasse come da sezione 501(c)(3), Title 26 del Codice fiscale
  2.  Nelle citazioni, i link sono redazionali.
  3. La strategia precedente,”Rinverdire la Terra” aumentando le emissioni di CO2, è stata un flop.
  4. Le biografie dei “circa 40 scienziati del clima, economisti, legali e altri esperti” ai quali la mail è indirizzata sono nel programma di “America First”. (nota 5)
  5. Il titolo del presente articolo allude all’operazione Barbarossa perché “America First” era lo slogan dei nazisti americani nel 1940-41 ed è diventato quello dei neo-nazisti e dei suprematisti bianchi.

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