Facciamo qualche passo indietro. Ad aprile, la Commissione ambiente dell’Europarlamento approva un testo di legge che fissa il limite delle emissioni di anidride carbonica per auto nuove e furgoni, nel 2020, rispettivamente a 95 grammi e 147 grammi per chilometro. Un taglio del 30% delle emissioni attuali delle auto e del 20% di quelle dei furgoni. Per aiutare le case automobilistiche a raggiungere l’obiettivo è stato proposto un sistema di compensazioni attraverso dei “supercrediti” che attribuiscono un valore più alto alle auto pulite. In pratica, per ogni auto che rispetta i nuovi limiti di emissione, i costruttori possono immettere sul mercato 3,5 auto che non raggiungono ancora l’obiettivo.
L’Associazione dei produttori auto europei (Acea) giudica questi nuovi obiettivi “irrealistici e politicamente motivati, senza una base scientifica”. Di parere opposto Greenpeace (insieme a molte altre associazioni ambientaliste) che valuta il nuovo tetto delle emissioni “ancora troppo alto per spingere veramente gli investimenti nell’innovazione” e giudica il sistema dei supercrediti “una trappola dei produttori di auto in cui sono caduti gli eurodeputati”.
L’approvazione dei nuovi limiti è ancora lontana. Se ne riparlerà a settembre, forse.