IL PARCO DELLE BUFALE

La Federico II cerca di migliorarsi il ranking – Parte seconda

La risposta del Professor Scaffetta alla nostra custode

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IL PARCO DELLE BUFALE – In risposta all’articolo La Federico II cerca di migliorarsi il ranking abbiamo ricevuto dal Professor Nicola Scaffetta la seguente lettera che pubblichiamo integralmente.

Egr. redazione di “Oggiscienza”

Con stupore sono venuto a conocenza ed ho letto l’articolo della signora Sylvie Coyaud “La Federico II cerca di migliorarsi il ranking” nel “Il Parco delle Bufale” dove si fa grande disinformazione con affermazioni denigranti nei miei confronti, nei confronti di alcuni miei colleghi (Prof. Mazzarella e Prof. de Vivo) e dell’universita’ che rasentano il ridicolo.

L’articolo della Coyaud inizia con un gratuito attacco al prestigio della Federico II riportando un caso di un professore attualmente inquisito per ironizzare impropriamente sulla mia recente assunzione come professore associato nella stessa universita’. E’ evidente che il ragionamento non fila. Molte universita’ in Italia ed all’estero hanno avuto qualche docente inquisito (che non significa colpevole). In ogni caso, inferire che cio’ discrediti un nuovo professore associato dell’universita’ che in aggiunta non ha nessun legame con il docente inquisito non ha senso logico. (1)

La Coyaud continua affermando: “Nicola Scafetta, il fisico della Duke University nato a Gaeta e noto nel resto del mondo come Math ehm… King e inventore di cicli astrologici-climatici in cui la forza di marea Q esercitata dalla congiunzione Giove-Saturno, e proporzionale alla distanza alla quarta potenza, fa oscillare il Sole attorno a un ipotetico baricentro. Perciò i gas serra non hanno un effetto serra, la temperatura media globale si raffredda dal 2000 e i termometri mentono, mossi da pregiudizi politici..”

Queste sentenze contengono autentiche sciocchezze scientifiche che dimostrano che la Coyaud non ha nessuna conoscenza dei temi di cui vuole parlare. Rispondo brevemente. (2)

Che il clima sia parzialmente modulato da fenomeni ciclici di origine astronomica e’ un fatto noto sin dall’antichita’. Ad esempio tutti sanno del ciclo annuale e stagionale legato all’orbita della Terra intorno al sole e ai numerosi cicli mareali dovuti al sole ed alla luna. Inoltre, numerosi cicli solari sono stati osservati nei record climatici da un gran numero di scienziati. La Coyaud potrebbe informarsi iniziando leggendo ad esempio “The Role of the Sun in Climate Change” by Douglas V. Hoyt, ‎Kenneth H. Schatten Program Director of the Solar Terrestrial Research National Science Foundation – 1997, ed una infinita’ di altri articoli scientifici.

La tesi della Coyaud che la forza mareale sia “proporzionale” alla distanza alla “quarta” potenza e’ scientificamente erronea. La forza mareale e’ inversalmente proporzionale alla distanza alla terza potenza. Che le forze mareali siano quelle che causano il movimento del sole intorno al baricentro del sistema solare e’ nuovamente sbagliato, essendo questo causato direttamente dall’attrazione gravitazionale dei pianeti sul sole che e’ inversalmente proporzionale alla distanza alla seconda potenza. (3)

Che tutto questo, infine, implicherebbe che “i gas serra non hanno un effetto serra…ecc”, come la Coyaud afferma, sono altre sciocchezze scientifiche. Io non ho mai negato l’effetto serra dei gas serra, che i termometri “mentono” ecc, come la Coyaud suggerisce con le sue implicazioni logiche campate in aria. (4)

La Coyaud continua affermando che io raggiungerei “a Napoli altri due docenti del non effetto serra dei gas serra, Domenico De Vivo e il più celebre Adriano Mazzarella”. Tuttavia, non mi risulta l’esistenza di un docente alla Federico II con il nome di “Domenico De Vivo”. Forse la Cayaud si riferiva ad un “Benedetto De Vivo” che pero’ non ha mai pubblicato nulla sui cambiamenti climatici e sull’effetto serra in particolare. Per quanto riguarda me stesso ed il Prof. Mazzarella (il direttore del’osservatorio meteorologico della Federico II) io non ho mai negato l’ “effetto serra dei gas serra” e per quello che so neppure il Mazzarella lo ha mai negato.

La Coyaud fa una grande confusione ignorando che affermare l’esistenza di cambiamenti naturali climatici in aggiunta a quelli di natura antropica, come i miei studi e quelli di tanti altri colleghi hanno dimostrato, non implica la negazione dell’ “effetto serra dei gas serra”. E’ sufficiente confrontare le temperature della luna e della terra per capire l’importanza dell’effetto serra dei gas serra (vapore acqueo in primis, CO2, CH4, ecc.). (5)

Una indagine recente dell’American Meteorological Society (AMS) tra i suoi membri ha concluso che solo il 52% dei meteorologi professionisti ritiene che i cambiamenti climatici siano dovuti “prevalentemente” all’uomo mentre il rimanente 48% la pensa diversamente dando piu’ peso ai fenomeni naturali e all’incertezza scientifica del momento ( http://journals.ametsoc.org/doi/pdf/10.1175/BAMS-D-13-00091.1 ). Nota che nell’indagine dell’ AMS l’ipotesi che i cambiamenti climatici siano causati “esclusivamente” dall’uomo non e’ stata presa neppure in considerazione per evidenti ragioni scientifiche. La mia posizione, come dimostrato in diversi lavori, e’ che circa il 50% dei cambiamenti climatici e’ stato indotto dalla natura e il 50% presumibilmente dall’uomo. Se la Coyaud la pensa diversamente, provi prima a studiare gli articoli scientifici e proponga una critica scientifica, e poi si puo’ discutere. (6)

La Coyaud continua facendo grande disinformazione affermando:

  • che la Piccola Era Glaciale sarebbe avvenuta tra il 1500 e il 1800 mentre il fenomeno e’ complesso e ragionevolmente si estende dal 1350 al 1850 come affermato anche dall’IPCC ( http://en.wikipedia.org/wiki/Little_Ice_Age ); (7)
  • che il periodo della peste nera sia avvenuto solo tra il 1347 e il 1353, mentre il fenomeno si e’ protratto in modo intermittente per 5 secoli tra il 1347 e il 1876, cioe’ durante la Piccola Era Glaciale come da me correttamente affermato ( http://en.wikipedia.org/wiki/Black_Death );
  • che io avrei riscritto la storia riportando in un mio seminario tenutosi a Padova quest’estate che una congiunzione Giove-Saturno (e Marte) nel segno zodiacale dell’Acquario del 1345 e’ stata associata all’emergenza della peste nera, mentre l’ipotesi non e’ mia ma e’ stata proposta nel 1348 dai professori della facolta’ di medicina dell’Universita’ di Parigi a cui il Re Filippo VI aveva ordinato di trovare una spiegazione, e loro proposero che la causa dell’epidemia andava ricercata in cambiamenti climatici anche indotti da fattori astronomici (http://www.brown.edu/Departments/Italian_Studies/dweb/plague/causes/treatise.php ). (7)

Non c’e’ bisogno di commentare le altre affermazioni della Coyaud che sono egregiamente erronee oppure estratte dal contesto. E’ evidente che giornalisti accorti avrebbero il dovere di controllare le informazioni da loro riportate ed assicurarsi di averle capite prima di pubblicare una lunga serie di autentiche “bufale” di ogni tipo.

Nicola Scafetta
Professore Associato
Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse
Università di Napoli Federico II

La custode ringrazia il prof. Scafetta di averLe corretto il nome del prof. De Vivo e si permette di aggiungere alcune precisazioni:

  1. La redazione declina ogni responsabilità per le inferenze del prof. Scafetta e di altri lettori.
  1. Fonti delle sentenze nei seguenti articoli del prof. Scafetta : influenza sul clima dei cicli idell’astrologo Landscheidt; delle risonanze ed armoniche create dalla congiunzione di corpi celesti a scelta; importanza dell’astrologia nello studio dei cambiamenti climatici.
  1. Il prof. Scafetta introduce il “valore Q” per far sì che le forze di marea diventino proporzionali alla distanza, attraverso un’ipotetica amplificazione solare.
  1. Non negazione del prof. Scafetta: The existence of a natural 60-year cyclical modulation of the global surface temperature induced by astronomical mechanisms, by alone, would imply that at least 60–70% of the warming observed since 1970 has been naturally induced. Moreover, the climate may stay approximately stable during the next decades because the 60-year cycle has entered in its cooling phase. (Fase di raffreddamento iniziata nel 2000 secondo il modello del prof. Scafetta; non ancora secondo i termometri di tutto il mondo.)
  1. Il prof. Mazzarella ritiene che l’aumento della concentrazione di CO2 atmosferica non sia correlato a quello della temperatura e che i cambiamenti in corso siano prevalentemente dovuti a un ciclo naturale di 60 anni, esattamente come il Scafetta.
  1. Come gli autori del sondaggio citato dal prof. Scafetta, la custode vede una differenza tra meteo e clima; tra la totalità degli istituti scientifici e il 48% di 1.800 meteorologi americani che affermano di non occuparsi di clima; tra 60-70% (rif. 4.), 50% e le stime della letteratura scientifica: “Greenhouse gases contributed a global mean surface warming likely to be in the range of 0.5°C to 1.3 °C over the period 1951−2010, with the contributions from other anthropogenic forcings, including the cooling effect of aerosols, likely to be in the range of −0.6°C to 0.1°C. (…)”The contribution from natural forcings is likely to be in the range of −0.1°C to 0.1°C, and from internal variability is likely to be in the range of −0.1°C to 0.1°C.” Inoltre ritiene valide le critiche mosse alle tesi e interpretazioni del prof. Scafetta da G. Schmidt e R. Benestad,Krivoka et al.Rypnal e Rypnal, e altri ancora.
  1. Il periodo 1500-1800 è quello mostrato dal grafico del dott. Scafetta a Padova; come tutti possono vedere su Wikipedia, il termine “Black Death” si riferisce proprio alle epidemie del Trecento e non a quelle successive. Infine il prof. Scafetta è troppo modesto. Riscrive la storia laddove afferma che la piccola era glaciale del 1500-1800 “ha favorito” non solo la peste nera del Trecento, ma anche “il collasso della civiltà europea” nel periodo che comprende Rinascimento, rivoluzione scientifica, industriale, sociale ed economica (bibliografia a richiesta).

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: dal video di una conferenza del prof. Scafetta

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