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Esperimento SOX annullato: impossibile produrre la sorgente di antineutrini

L’esperimento SOX, finito nel mirino de Le Iene e oggetto di accuse di pericolosità radioattiva, è stato alla fine annullato: impossibile produrre la sorgente necessaria all’esperimento

Crediti immagine: Paolo Lombardi/INFN-Mi/LGNS

CRONACA – Dopo mesi nel mirino dei media e sotto attacco da parte delle associazioni del territorio circostante i Laboratori del Gran Sasso, l’esperimento SOX coordinato dall’Istituto nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dal Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives (CEA) è stata annullata. Non una vittoria per i comitati e per Le Iene, che ha prodotto diversi servizi allarmisti sull’esperimento scientifico, ma un problema tecnico. La Mayak, società che avrebbe dovuto produrre la sorgente radioattiva, non è riuscita nell’impresa. Il produttore russo ha comunicato che non è stato in grado di realizzare il generatore di antineutrini dal Cerio 144, generatore che avrebbe dovuto essere il cuore del progetto SOX. E senza un cuore, gli scienziati hanno dovuto arrendersi: il progetto non è sopravvissuto.

Nonostante gli sforzi e gli anni di duro lavoro di molti scienziati e ricercatori, SOX è rimasto proprio senza il suo cuore. Il generatore prodotto dai russi infatti è riuscito ad avere una intensità di appena 50 kilocurie, circa un terzo di quella necessaria al progetto. Questo significa per gli scienziati che il generatore non sarebbe stato in grado di produrre una quantità di antineutrini sufficiente per condurre l’esperimento in modo competitivo e scientificamente efficace.

Per questo motivo, il progetto che ha vinto due RC (European Reaserch Council) grant, i finanziamenti europei più prestigiosi e ambiti riservati a progetti di ricerca altamente innovativi e challenging, e che era nel programma scientifico dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, non sarà quindi realizzato. Marco Pallavicini, coordinatore del progetto SOX, ha spiegato in un comunicato:

“Sapevamo che costruire una sorgente di antineutrini con le caratteristiche necessarie perché il nostro progetto fosse in grado di produrre risultati scientifici significativi e fosse competitivo a livello internazionale era una sfida tecnologica impegnativa, ma la grande rilevanza scientifica dell’obiettivo e la possibilità di realizzarla che ci era stata prospettata ci avevano guidati in questa impresa.

Oggi, purtroppo, dobbiamo prendere atto dell’impossibilità di produrre una sorgente idonea, è un duro colpo per me e per i tanti, soprattutto giovani, che ci credevano e che hanno lavorato con grande impegno in questi anni per portare SOX a realizzazione.

Ma sappiamo anche che così funziona la ricerca scientifica di frontiera: si affrontano problemi complessi e si valutano soluzioni tecniche e tecnologiche d’avanguardia, e talvolta può accadere che al momento della loro implementazione si riveli l’impossibilità di portarle a compimento. Il nostro compito di ricercatori è ora puntare con fiducia a nuovi obiettivi”.

Che cos’è il progetto SOX

L’obiettivo ambizioso del progetto SOX era quello di osservare i neutrini sterili, la cui scoperta avrebbe implicazioni profonde non solo per la fisica delle particelle fondamentali, ma anche per la comprensione dell’universo. In natura finora sono stati osservati tre tipi di neutrini, detti sapori: elettronico, muonico e tau. Queste particelle interagiscono con la materia e possono produrre rispettivamente elettroni, muoni e tauoni. Inoltre sono in grado di cambiare “sapore”, con la stessa particella che da neutrino elettronico si trasforma in muonico, ad esempio, attraverso il fenomeno noto come oscillazione del neutrino.

Osservando i flussi di neutrini elettronici alcuni rivelatori nel mondo hanno scoperto un’anomalia: hanno infatti misurato una scomparsa di alcune di queste particelle durante il processo di oscillazione, che potrebbe essere spiegata dall’esistenza dei neutrini sterili. Queste particelle sarebbero le prime ad essere scoperte senza essere previste dal Modello Standard delle particelle e riscriverebbe la storia della fisica.

L’obiettivo di SOX, acronimo di Short distance Oscillations with boreXino, si poneva proprio come obiettivo quello di confutare o confermare l’esistenza di questi neutrini. Per farlo, aveva bisogno di una sorgente radioattiva di Cerio 144 che generasse antineutrini, da far funzionare in tandem con l’esperimento Borexino, il rivelatore di neutrini e antineutrini più sensibole e radiopuro al mondo, che è situato nella montagna del Gran Sasso, schermato da 1400 metri di roccia e in attività nei Laboratori nazionali del Gran Sasso dal 2007.

Senza una sorgente di Cesio 144, agli scienziati non è rimasto altro da fare che annullare l’esperimento dopo anni di fatica e ricerca. Impegno che però non andrà sprecato, ma porrà le basi per nuovi studi. La caccia ai neutrini sterili non è dunque conclusa, ma purtroppo è obbligata ad una pausa.

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Leggi anche: L’esperimento SOX nei Laboratori nazionali del Gran Sasso: cos’è e perché è sicuro

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Veronica Nicosia
Aspirante astronauta, astrofisica per formazione, giornalista scientifica per passione. Laureata in Fisica e Astrofisica all'Università La Sapienza, vincitrice del Premio giornalistico Riccardo Tomassetti 2012 con una inchiesta sull'Hiv e del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Giancarlo Dosi 2019 nella sezione Under 35. Content manager SEO di Cultur-e, scrive di scienza, tecnologia, salute, ambiente ed energia. Tra le sue collaborazioni giornalistiche Blitz Quotidiano, Oggiscienza, 'O Magazine e Il Giornale.