COSTUME E SOCIETÀ

Il progetto Sky Canvas: stelle cadenti artificiali

Perché gustarsi lo spettacolo della notte di San Lorenzo solo pochi giorni all'anno?

COSTUME E SOCIETÀ – Ogni anno, ad agosto, il nostro pianeta attraversa lo sciame meteorico delle Perseidi, originato dalla cometa Swift-Tuttle. È in quel periodo dell’anno che, da Terra, si osserva un meraviglioso fenomeno astronomico noto in Italia come Lacrime di San Lorenzo, una pioggia di stelle cadenti che, secondo la nostra tradizione, raggiunge il suo apice nella notte del 10 agosto.

Lo spettacolo è così suggestivo che qualcuno ha pensato fosse un peccato potere ammirare le pioggia di meteore solo per pochi giorni all’anno: perché non creare artificialmente le stelle cadenti?

È proprio questa la domanda che si è posta Lena Okajima, CEO di ALE Co., Ltd. (acronimo di Astro Live Experience), quando, nel 2001, osservava ammirata lo sciame delle Leonidi impreziosire lo spettacolo celeste delle notti di novembre. È così che è nato Sky Canvas, il primo progetto al mondo di stelle cadenti artificiali che ha l’obiettivo di “riunire persone in tutto il mondo per assistere a un’esperienza collettiva senza precedenti”.

Crediti immagine: 2018 ALE Co.,Ltd

«Se la pioggia di meteore naturale avviene quando piccoli frammenti entrano nell’atmosfera terrestre e bruciano, allora può essere possibile ricreare il fenomeno artificialmente», ha spiegato a OggiScienza il responsabile della comunicazione di ALE, Hiroki Kajihara, «miriamo a contribuire all’avanzamento della scienza di base attraverso l’intrattenimento. Crediamo che sia importante per il futuro dell’umanità insistere sulla ricerca di base. Sfortunatamente essa non ha un impatto immediato sulla società, quindi al momento viene supportata quasi esclusivamente dalle istituzioni pubbliche e governative. La nostra impresa vuole raccogliere fondi attraverso l’intrattenimento per poi portare avanti la ricerca nella scienza di base».

Il progetto di ALE incuriosisce di sicuro ma pone anche molti interrogativi sulla sua effettiva utilità, sulla sicurezza dell’operazione e anche sui chi potrebbe permettersi l’acquisto di un servizio che, a confronto, renderebbe qualsiasi spettacolo pirotecnico ben poca cosa. Per creare la stelle cadenti artificiali, secondo i responsabili di ALE, sarebbe sufficiente lanciare alcuni micro satelliti che, una volta raggiunta un’orbita stabile, rilascerebbero piccoli frammenti che, all’altezza da terra di 60/80 chilometri, darebbero il via allo spettacolo celeste.

Questi frammenti, infatti, brucerebbero generando una luminosità sufficiente da essere visibile a Terra in un’area di circa 200 chilometri di diametro. Studiando la traiettoria delle stelle cadenti artificiali, gli scienziati al lavoro per conto di ALE, intendono comprendere meglio i meccanismi con cui avvengono le naturali piogge di meteore e raccogliere dati sulla mesosfera, la porzione di atmosfera dove hanno luogo questi fenomeni celesti.

A quando le prime stelle cadenti?

«Ci stiamo preparando a lanciare il primo satellite in orbita all’inizio del 2019, utilizzando un lanciatore Epsilon della JAXA (l’agenzia spaziale giapponese), una realtà con la quale collaboriamo da tempo», racconta Hiroki Kajihara, il quale anticipa anche che «abbiamo già in programma un secondo lancio nell’estate del 2019 grazie al supporto di un’agenzia privata di cui non posso diffondere il nome a causa di un accordo di non divulgazione già firmato».

Lo stesso riserbo riguarda anche i materiali con cui verranno costruiti i piccoli frammenti che verranno rilasciati ma Hiroki Kajihara assicura che «bruceranno completamente durante il rientro in atmosfera. Prima di dare il via al rilascio verificheremo la posizione di altri satelliti grazie ai dati forniti dal Joint Space Operation Center (JSpOC). Non ci sarà alcun rischio di colpire gli aeroplani in volo (a un’altitudine di circa 10 chilometri) dato che i frammenti saranno già bruciati».

Al di là della sicurezza e dell’utilità scientifica del progetto Star Canavas, rimane la domanda su chi possa permettersi di acquistare un servizio simile e su chi potrebbe essere interessato a “dipingere” artificialmente il cielo notturno. Per il momento i vertici di ALE non hanno voluto dichiarare il prezzo da pagare per assicurarsi il loro servizio. Secondo Hiroki Kajihara «stiamo considerando una grande variabilità di possibilità, da clienti individuali fino ai grandi eventi. Per esempio potrebbe essere un grande evento sportivo, un concerto musicale di un artista famoso oppure una particolare festa di compleanno».

Per vedere i risultati del lavoro di questa – quantomeno – curiosa iniziativa nipponica bisognerà attendere il prossimo anno. Ciò che è certo è che gli inconvenienti che possono rovinare l’osservazione di una pioggia di stelle cadenti naturale possono colpire anche uno spettacolo artificiale.

«Le condizioni atmosferiche possono costituire un rischio. Se il cielo dovesse essere nuvoloso sarebbe impossibile vedere le stelle cadenti e un evento potrebbe essere annullato fino a 90 minuti prima dell’inizio», confessa Hiroki Kajihara che ricorda, però, come «sia già prevista nel piano di lancio e rilascio una attenta analisi delle condizioni atmosferiche».

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Gianluca Liva
Giornalista scientifico freelance.