Transessualità: un’analisi del fenomeno
Vediamo nel dettaglio cosa significa transessuale, trangender, M to F, F to M e quali sono i numeri della transessualità in Italia e nel mondo. In quali stati europei è necessaria la sterilizzazione per il cambio ufficiale di sesso sui documenti? Quali sono i numeri della discriminazione nei confronti delle persone transessuali?
Il 27 novembre è uscito nelle sale italiane il film Nati 2 volte, diretto da Pierluigi di Lallo. Il film racconta la storia di una ragazza, Teresa, che non è mai stata bene nel suo corpo finché non è diventata chi ha sempre saputo di essere: un ragazzo. Maurizio, il nome che Teresa assume dopo il cambio di sesso, è il protagonista di questa storia estremamente toccante e che affronta un tema ancora poco conosciuto: la transizione di genere F to M. La disforia di genere è stata eliminata dall’elenco delle malattie mentali dell’OMS solo nel giugno dell’anno scorso (ne abbiamo parlato qui), ma il fenomeno che dimensioni ha?
La transessualità
Il termine “transessualità” indica la condizione chi, pur essendo nato/a con un sesso anatomicamente certo, si considera appartenente all’altro sesso e aspira ad assumerne le caratteristiche fisiche tramite terapie ormonali e interventi chirurgici. L’identità di genere non va confusa con l’orientamento sessuale: la prima infatti si riferisce esclusivamente alla percezione di sé che ha la persona, mentre il secondo si riferisce all’attrazione verso uno, l’altro o entrambi i sessi.
Il termine transgender include invece tutte quelle persone che hanno un’identità di genere diversa rispetto al proprio sesso biologico e in generale chi non riesce a identificarsi nel classico binarismo “maschile” e “femminile”.
Il cambio di sesso
In Italia avvengono circa 60 operazioni di cambio di sesso all’anno secondo SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva rigenerativa ed Estetica) e ci sono in totale circa 400mila persone transessuali secondo una stima dell’Istituto Superiore di Sanità. Il primo intervento di cambio di sesso della storia è avvenuto nel 1930 sull’artista danese Lili Elbe, a cui è stato dedicato il film The Danish Girl. Lili, nata uomo, purtroppo non è riuscita a sopravvivere al quinto intervento di cambio di sesso per diventare donna, ed è morta a seguito di complicazioni nel 1931.
Il cambio di sesso può avvenire sia MtF che FtM. Queste sigle indicano il passaggio da maschile a femminile nel primo caso e da femminile a maschile nel secondo. Il passaggio avviene tramite l’assunzione di ormoni e/o con interventi chirurgici. Nel primo caso (MtF) le operazioni chirurgiche consistono nella rimozione del pene e dei testicoli (penectomia e orchiectomia) e infine in una vaginoplastica, spesso accompagnata da mastoplastica additiva. Il percorso chirurgico FtM prevede mastectomia, isterectomia (rimozione dei seni e dell’utero) ed eventualmente una falloplastica.
Oggi il cambio di sesso è un percorso decisamente meno pericoloso ma sicuramente molto impattante dal punto di vista emotivo e personale. Il Movimento Identità Trans, attivo sin dal 1994 in Italia per aiutare le persone in transizione, ha pubblicato una guida per agevolare chi si trova in questa situazione. La guida indica tutti i centri in Italia dove è possibile essere accompagnati nel percorso di transizione e anche una serie di indicazioni pratiche per aiutare coloro i quali si ritrovano a dover cambiare sesso, il cui numero sta crescendo molto nel nostro paese.
I numeri della transessualità in Italia e nel mondo
Secondo l’OMS nel mondo ci sono circa 25 milioni di persone transessuali che rappresentano lo 0,3/0,5% della popolazione mondiale, mentre in Italia, come abbiamo visto, le persone transgender sono circa 400mila. Considerando che nel 1993 una stima riportata da un articolo di Repubblica ne individuava circa 15mila, i numeri sono certamente cambiati. Sempre secondo l’Istituto Superiore di Sanità: “Questi numeri, come in tutto il mondo, rappresentano un dato probabilmente sottostimato e la loro assoluta imprecisione è dovuta al fatto che non esiste uno strumento di valutazione standard per comprendere l’effettiva numerosità di questa popolazione. Siamo certi che la collaborazione con il mondo delle Associazioni ci aiuterà a misurarne meglio i bisogni sanitari in ambito medico e sanitario”.
Come possiamo vedere c’è una prevalenza importante dei transiti MtF rispetto a quelli FtM. Addirittura, secondo un dato raccolto da SICPRE, dall’inizio dell’attività al 2017 il solo Ospedale Cattinara di Trieste ha effettuato 190 operazioni FtM e 330 operazioni MtF.
Sterilizzazione e documenti
Secondo la Sentenza n.180 del 2017 della Corte Costituzionale non è più necessario un intervento di cambio di sesso per ottenere nuovi documenti. A partire dal 1982, con la legge 164, era stato possibile nel nostro Paese cambiare sesso anche dal punto di vista legale “a seguito di intervenute modificazioni dei caratteri sessuali”, rendendo però poco chiaro se fosse o meno necessario l’intervento di cambio di sesso vero e proprio.
Molte volte le persone transessuali non vogliono o non possono per motivi fisici effettuare l’intervento di rimozione completa degli organi genitali del sesso di nascita. La rimozione di questi organi, inoltre, provoca necessariamente la sterilizzazione della persona interessata, in quanto l’orchiectomia e l’isterectomia sono irreversibili e obbligano la persona che si sottopone ad essi a non poter più avere figli in modo naturale.
Nell’aprile 2017 la Corte Europea dei Diritti dell’uomo ha stabilito che richiedere obbligatoriamente un intervento di sterilizzazione viola i diritti umani. La difficoltà nell’ottenere i documenti con un nome che corrisponda al proprio aspetto fisico, anche prima dell’eventuale intervento chirurgico, è particolarmente importante per le persone in transizione e in generale anche per le persone trans che non hanno intenzione di operarsi perché evita tanti disguidi, imbarazzi e difficoltà oggettive (come per esempio prendere un aereo, ritirare un pacco, partecipare a concorsi pubblici, insomma tutto ciò per cui occorre un documento d’identità) che possono portare a episodi di discriminazione.
Come possiamo vedere da questa mappa dell’Europa, in Finlandia, Lettonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Serbia, Bosnia e Montenegro è ancora necessario l’intervento di cambio di sesso per poter ottenere i nuovi documenti, mentre a Cipro e in alcuni Paesi dei Balcani (Kosovo, Albania e Macedonia del Nord) non è proprio riconosciuto il cambio di sesso.
Qui vediamo invece come nella maggior parte dei Paesi Europei sia necessario un certificato di buona salute mentale per ottenere il via libera all’intervento di cambio di sesso. Grecia, Francia, Portogallo, Irlanda, Danimarca e Norvegia invece, non lo richiedono.
La violenza nei confronti delle persone trans
La discriminazione e la violenza nei confronti delle persone trans sono purtroppo molto frequenti.
Nella guida del MIT di cui abbiamo parlato è indicato che “Secondo il report del Trans EuroStudy, il 79% delle persone transessuali intervistate ha subito aggressioni verbali o fisiche ed è stata in qualche modo soggetta a un crimine mosso da odio transfobico.” Dal 2011 è attivo in Italia l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) che insieme alle associazioni attive sul territorio come il già citato MIT e l’Arcigay (che ha al suo interno una sezione dedicata alle persone trans) sono attive per difendere da discriminazione e violenza le persone trans sul territorio.
Secondo un sondaggio dell’UE la maggioranza delle persone trans si è sentita discriminata o molestata in quanto percepita come trans negli ultimi 12 mesi. Anche sul lavoro la situazione non è migliore: come possiamo vedere ben il 60% delle trans donne e il 43% dei trans uomini si è sentito discriminato in quanto trans durante la ricerca di un lavoro.
Ancora più drammatica la situazione relativa alle minacce di violenza fisica o sessuale o alle aggressioni vere e proprie: il 45% delle trans donne e il 41% dei trans uomini ne ha subite almeno 3 negli ultimi 12 mesi.
Inoltre, sempre secondo lo stesso studio “circa un intervistato su cinque che ha avuto accesso ai servizi sanitari o servizi sociali nell’anno precedente il sondaggio si è sentito discriminato dal personale sanitario o dei servizi sociali per il fatto di essere trans”.
La Commissione Europea ha pubblicato nel novembre del 2018 un’analisi sulla situazione dei diritti delle persone trans nell’UE: Trans and intersex equality rights in Europe – a comparative analysis dove fa luce anche sul fatto che sia scarsa o assente una specifica legislazione in merito alla prevenzione e alla sanzione dell’odio transfobico in molti Paesi europei.
Leggi anche: Il più ampio studio mai eseguito sulla salute delle persone transgender
Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.
Fotografia: Pixabay