TECNOLOGIA

I numeri della digitalizzazione

Secondo il rapporto DESI 2020 l’Italia, per digitalizzazione dell’economia e della società, è venticinquesima su ventotto stati.

Digitalizzazione di economia e società vengono analizzate con un indice che si chiama DESI (Digital Economy and Society Index) da parte della Commissione Europea. Si tratta di un indicatore che dal 2014 misura la digitalizzazione dei vari stati Europei basandosi su cinque tematiche: Connettività, Capitale Umano, Uso di Internet, Integrazione delle tecnologie digitali e Servizi pubblici digitali.

Fonte: DESI

Dai risultati dell’indagine 2020, pubblicata a giugno, possiamo vedere come integrando i cinque indicatori il nostro Paese faccia meglio solo di Romania, Grecia e Bulgaria, piazzandosi agli ultimi posti della classifica. L’Italia per digitalizzazione dell’economia e della società è infatti venticinquesima su ventotto stati (riferendosi al 2019 è ancora incluso il Regno Unito), mentre nel 2019 era al ventitreesimo posto.

Vediamo nel dettaglio i numeri del report 2020 e le differenze tra il nostro Paese e gli altri Stati europei in materia di digitalizzazione della società, oltre che un confronto tra i dati pubblicati quest’anno rispetto agli anni passati.

Connettività

Ogni indicatore del DESI ha una sua “classifica”, formata da diverse altre graduatorie interne che analizzano diversi indicatori specifici. In base alla posizione di ogni Stato in ognuno dei cinque indicatori è stata elaborata una classifica definitiva e generale di digitalizzazione.

L’indicatore Connettività elabora i dati relativi alle connessioni fisse private, la diffusione di banda larga fissa e mobile, la copertura 4G e la preparazione al 5G e i prezzi relativi ai servizi.

Per quanto riguarda questo indicatore l’Italia si piazza al diciassettesimo posto. Nel nostro Paese il 60,9% delle abitazioni private è dotato di connessione a internet, contro il 97,9% dei Paesi Bassi, primo posto in classifica, e il 56,9% della Finlandia, ultimo posto. La connessione a banda larga fissa ad almeno 100 Mbps nel nostro Paese è aumentata di quattro punti percentuali dal 2018 al 2019 (dal 9% al 13%), mentre la fibra è al 30%, contro una media europea del 44%. Dati positivi per quanto riguarda invece la preparazione per la tecnologia 5G, campo in cui l’Italia si trova ben al di sopra della media UE, essendo al terzo posto. Connettività però non vuol dire solo reti private, ma anche pubbliche. Il nostro Paese ha lanciato nel 2019 un progetto dal nome “Piazza WiFi Italia” nell’ambito del progetto WiFi Italia per la diffusione di reti ad accesso gratuito tramite hotspot diffusi anche nei piccoli comuni, in modo da rendere più facile l’accesso alla rete anche per chi non possiede una connessione. Per questa iniziativa sono stati stanziati 45 milioni di euro.

Capitale Umano

Per “capitale umano” si intende la preparazione della popolazione relativamente al digitale, quindi la capacità di utilizzare la rete o gli strumenti informatici come i software a un livello base o avanzato, il numero di specialisti TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) con particolare attenzione a quelli di sesso femminile e i laureati nel settore. Per questo indicatore l’Italia si trova all’ultimo posto. Gli italiani e le italiane di età compresa tra i 16 e i 74 anni in possesso di competenze digitali almeno di base sono solo il 41,5%: solo Romania e Bulgaria hanno dati più bassi (31% e 29,4%) a fronte di Paesi come Islanda e Norvegia dove questa percentuale supera l’80%. I laureati e gli specialisti TIC non sono aumentati rispetto alla precedente relazione (1% dei laureati, dato più basso dell’UE), così come gli specialisti in materia di sesso femminile, che rimangono stabili all’1% delle lavoratrici.

Uso di Internet

L’indicatore “Uso di internet” si riferisce a diversi sottoindicatori che misurano quanto la rete è entrata a far parte della vita quotidiana delle persone. Durante la pandemia di Covid-19 che ha visto moltissime persone cambiare le proprie abitudini utilizzando lo smart working, c’è stato un notevole incremento dell’uso di internet, che verrà misurato nella prossima analisi DESI. Solo l’anno prossimo quindi potremo realmente renderci conto dell’impatto di questi cambiamenti sulla vita delle persone. Al momento siamo in possesso dei dati 2019, che per questo indicatore vedono l’Italia agli ultimi posti (ventiseiesimo su ventotto). Questi dati rivelano che nel nostro Paese c’è ancora una percentuale importante di persone che non hanno mai usato internet (19%), anche se è in calo rispetto all’analisi dell’anno precedente (22%). Il 73,9% degli italiani nel 2019 ha usato internet almeno una volta a settimana, ma da quanto rilevato la rete viene utilizzata soprattutto per ascoltare musica, guardare video o giocare ed effettuare videochiamate, meno per seguire corsi o vendere online.

Integrazione delle tecnologie digitali

Questo indicatore si riferisce all’uso della rete da parte delle aziende per scambio di informazioni in formato elettronico, uso di social media, uso di servizi cloud, uso dei big data, attività di vendite online e fatturato del commercio elettronico. La posizione in classifica per questo indicatore è al ventiduesimo posto. In Italia le aziende che utilizzano almeno due social media è il 22%, vicina al 25% della media UE. Buona la condivisione delle informazioni in formato elettronico nonostante una leggera diminuzione rispetto al passato: questo dato è infatti superiore di un punto rispetto alla media: 35% contro 34%. Basso invece il tasso di vendita online: solo il 10% delle PMI italiane utilizza questa possibilità.

Servizi pubblici digitali

L’e-government, ovvero l’utilizzo della rete in supporto ai servizi pubblici digitali vede l’Italia al diciannovesimo posto, posizione invariata rispetto all’anno precedente. Sebbene la nostra Pubblica Amministrazione sia sufficientemente accessibile digitalmente, ciò che fa sì che l’Italia sia in una posizione bassa in classifica riguardo a questo indicatore è il fatto che sono pochi gli utenti che utilizzano le possibilità digitali offerte. Solo il 32% degli italiani infatti utilizza attivamente i servizi di e-government, contro una media UE del 67%, piazzandosi così all’ultimo posto in classifica.


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Francesca Zanni
Ho frequentato un corso di Giornalismo Culturale e tre corsi di scrittura creativa dopo una laurea in Storia Culture e Civiltà Orientali e una in Cooperazione Internazionale. Ho avuto esperienze di lavoro differenti nella ricerca sociale e nella progettazione europea e attualmente mi occupo di editoria. Gattara, lettrice accanita e bingewatcher di serie TV.