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Cercando Majorana tra le nuvole

«Majorana chi, il famoso fisico? Quello che lavorava con Enrico Fermi?» «Sì, proprio lui. La sera del 25 marzo 1938 Majorana s’imbarcò su una nave diretta a Palermo, dopodiché si persero le sue tracce. Io avevo appena compiuto sei anni ma ricordo che se ne fece un gran parlare all'epoca. …«Ovviamente ero piccola e non capivo bene», proseguì la nonna, «ma quello che allora mi affascinava era che si trattava di un gran mistero. E cosa ci può essere di più appassionante per una bambina di una storia misteriosa?»

La scomparsa di Ettore Majorana, genio “speciale” che riusciva a spiccare silenzioso tra i vari Amaldi, Segrè, Rasetti, i Ragazzi di via Panisperna guidati da Fermi, è senza dubbio uno dei misteri rimasti aperti più affascinanti del secolo scorso, difficile resistere a una storia così intricata e senza finale certo, anche se si è appena bambini o senza saperne molto di scienza.
Non si può quini non essere d’accordo con le parole pronunciate da uno dei protagonisti de L’uomo tra le nuvole di Marco Ciardi, romanzo pubblicato quest’anno da Aras edizioni.

Una storia immaginata, con tanto di prove documentate

I ricordi legati al mistero impossibile di Majorana appartengono alla nonna di Giorgio, giovane giornalista scientifico che, ispirato da questo racconto e da un illuminante ritrovamento in cantina, riesce a coinvolgere i suoi compagni e colleghi in un’ambiziosa indagine, convinto di poter risolvere l’enigma della scomparsa del grande fisico teorico italiano.
Le vicende dei quattro ragazzi finiranno su sentieri impervi, finora senza sbocco, già battuti per decenni da innumerevoli intellettuali, a partire dai celebri amici scienziati dello stesso Majorana, padri della moderna fisica nucleare, che non sono mai riusciti a venire a capo di questo grande dilemma della comunità scientifica italiana e internazionale.

Per quanto improbabile, l’impresa dei giovani divulgatori a caccia di scoop si rivelerà tuttavia piuttosto proficua, passando per strade assolutamente insospettabili. Gli eventi di quegli anni lontani e tragici della storia d’Italia ritroveranno spazio nella contemporaneità, accompagnati da personaggi e medium culturali che di solito si fa fatica ad associare alla scienza, dalla musica rock a, soprattutto, il mondo dei fumetti.

Non bisogna però lasciarsi ingannare da questa insolita combinazione, i lettori sono guidati da mani esperte. L’autore del libro, Marco Ciardi, prima di essere romanziere – qui è al suo esordio – è uno storico della scienza e delle tecniche, disciplina che insegna come professore ordinario presso l’Università degli studi di Firenze, ed è anche un divulgatore storico-scientifico con decine di saggi sull’argomento all’attivo. Ciardi conosce perciò bene le potenzialità (e le insidie) della comunicazione della scienza quando unita al rigore del metodo storico, oltre che scientifico. Non è quindi un caso che nel romanzo siano ricordate date, eventi accertati e ben documentati, e che diventi protagonista anche un fumetto, un vecchio albo di Topolino, pubblicato realmente pochi mesi prima della scomparsa del fisico siciliano, con un titolo e una sceneggiatura davvero incredibile, a leggerlo col senno di poi.

A questo punto sarebbe comunque meglio non svelare troppo, visto che questo agile romanzo è al contempo anche un giallo, una spy story con sfumature thriller, in cui ogni elemento riesce a contribuire alla sorpresa finale.

A caccia di Majorana, ma non solo

Che fine ha fatto Ettore Majorana? È inevitabile che l’interrogativo aleggi e si insinui nella curiosità del lettore fin dalle prime righe de L’uomo tra le nuvole. Si è nascosto in qualche convento in Calabria, scegliendo una vita più ritirata e meditativa? È fuggito in Sud America, come sosteneva lo storico della fisica Erasmo Recami? Magari – qualcuno è riuscito ad azzardare anche questo – è stato rapito dagli alieni? In tutti questi anni sono state formulate le teorie più disparate e bizzarre su quello che successe realmente tra il 25 e il 26 marzo 1938. Le sue ultime lettere, criptiche e contraddittorie, e la sua personalità inquieta e imperscrutabile non fanno che rimettere in discussione anche le ipotesi più facili e verosimili, come quella del suicidio.
È proprio da un’ipotesi di questo tipo che Leonardo Sciascia ha scritto, a metà degli anni ’70, uno dei libri più importanti e discussi per ciò che riguarda non solo la vicenda Majorana, ma in generale il rapporto tra scienza e letteratura. Ne La scomparsa di Majorana, Sciascia argomentava l’idea che il fisico si fosse tolto la vita a causa di un malessere dovuto a una sua personale premonizione sulla strada che la scienza stava imboccando in quegli anni, una profezia nefasta sulla conseguenza ultima del suo stesso lavoro: la bomba atomica. Tuttavia, per quanto largo e “impegnato” sia diventato il dibattito che ne scaturì, nemmeno lo scrittore di Racalmuto poté trovare qualche conferma alla sua teoria.

L’indagine è rimasta quindi ampiamente aperta.

Ma in realtà, sebbene sia di certo il leitmotiv principale, non è solo di Majorana che si parla nel romanzo di Ciardi. Questa storia è anche un incontro generazionale, un crossover tra l’Italia del fascismo e delle due coppe Rimet vinte dalla nazionale di calcio, poco prima delle leggi razziali, e l’Italia di oggi, con le inquietudini giovanili dei nostri giorni pandemici. Insieme a Ettore Majorana, Enrico Fermi o Werner Heisenberg, si citano, tra i tanti, l’allenatore Vittorio Pozzo, Harry Potter, Tolkien e H.G. Wells, Wolfgang Mozart, i Pink Floyd e le musicassette anni ’80, il regista Mario Monicelli e naturalmente tanti fumetti, da Tex a Flash Gordon e gli Urania, oltre a quel prezioso e misterioso albo di Topolino. Tutti coprotagonisti con brevi e lunghe comparsate cameo, per usare un altro tecnicismo narrativo noto agli appassionati di cinema e serie tv. Del resto, le scorrazzate di Giorgio e compagni starebbero forse bene proprio in un teen movie stile “Goonies” o “Stranger Things”, ma in questo caso ci si muove su un terreno familiare e accogliente anche per chi adolescente o studente non lo è più.

Anche per questo, strada facendo tra le pagine del romanzo sembra a tratti di allontanarsi da quel dibattito apparentemente senza fine sulla mente abilissima di Majorana e sulle ragioni della sua assurda sparizione. Intanto, tra un dialogo denso di citazioni storiche o cinefile e un flashback negli anni ’30 di via Panisperna, cresce la voglia di saperne di più e meglio di neutroni lenti, di neutrini, di energia atomica, di whormholes e, perché no, anche di pietra filosofale.
Questa nuova, alternativa indagine su Majorana diventa insomma anche un’occasione per riflettere sottotraccia di comunicazione della scienza, trovando una formula efficace per provare a realizzare l’agognato incontro tra le “due culture” .

Nei fitti dialoghi del romanzo non mancano interventi sul perché è fondamentale un buon metodo di ricerca, input che diventano quasi consigli, più o meno velati, su come controllare e incrociare le fonti e come consultarle, sempre con stile incalzante ma leggero. Tutte dritte, queste, di cui si possono avvantaggiare i quattro protagonisti, ma anche i giovani lettori che aspirano a fare lo stesso mestiere di Giorgio o, più semplicemente, vanno bene per chi è curioso e vuole capirci di più di storia e del mondo scientifico.

L’uomo tra le nuvole è in libreria già da un po’, ma per sua natura si candida a essere una lettura senza tempo, un varco ben congegnato su una vicenda umana cruciale per la scienza moderna.
Forse qualcuno potrebbe anche storcere il naso nel pensare il caso Majorana lasciato in mano a dei ragazzini e ai loro fumetti. E magari, chissà, nel vederlo così finalmente risolto.


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Marco Milano
Dopo gli studi in Scienza dei Materiali si è specializzato in diagnostica, fonti rinnovabili e comunicazione della scienza. Da diversi anni si occupa di editoria scolastica e divulgazione scientifica. Ha collaborato, tra gli altri, con l’Ufficio Stampa Cnr e l’agenzia Zadig.