Eleonora Viganò – OggiScienza https://oggiscienza.it La ricerca e i suoi protagonisti Tue, 26 Feb 2019 21:56:17 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8.3 https://oggiscienza.it/wp-content/uploads/2018/11/Logo-OS-quadrato-senza-numeri-150x150.png Eleonora Viganò – OggiScienza https://oggiscienza.it 32 32 7193014 Resistenza Killer https://oggiscienza.it/2016/05/23/resistenza-farmaci-malaria/ https://oggiscienza.it/2016/05/23/resistenza-farmaci-malaria/#comments Mon, 23 May 2016 08:00:10 +0000 http://oggiscienza.it/?p=69108 RICERCA – La resistenza ai farmaci si ritorce contro il patogeno responsabile della malaria, uccidendolo: si tratta di una mutazione suicida ed è ciò che hanno visto i ricercatori seguendo il Plasmodium berghei nei topi e poi nella zanzara. Lo stesso meccanismo dovrebbe essere presente anche nel Plasmodium falciparum umano. La resistenza ai farmaci è […]

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Una App per dormire meglio? https://oggiscienza.it/2014/04/08/una-app-per-dormire-meglio/ https://oggiscienza.it/2014/04/08/una-app-per-dormire-meglio/#comments Tue, 08 Apr 2014 13:57:10 +0000 http://oggiscienza.it/?p=47019 SALUTE – Come ogni anno, puntuale, torna la sonnolenza del cambio di stagione, accompagnata dai forse ancora più fastidiosi luoghi comuni o commenti “da bar” su ritmi circadiani, sonno-veglia e qualità del sonno. Insieme alla tavola, il letto sembra infatti un altro dei temi più popolari nella scienza della vita quotidiana. Il sonno occupa una […]

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Il cervello che prova dolore https://oggiscienza.it/2014/04/07/il-cervello-che-prova-dolore/ https://oggiscienza.it/2014/04/07/il-cervello-che-prova-dolore/#comments Mon, 07 Apr 2014 12:07:06 +0000 http://oggiscienza.it/?p=46936 Il dolore ha a che fare con il nostro cervello e per questo chi se ne occupa e si prende in cura di pazienti che soffrono di dolore cronico ha solitamente l’aspetto del neurologo, o dell’algologo, il medico specializzato nella terapia del dolore, sia acuto sia cronico.

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Terapia del dolore #2: tolgono il dolore, ma fanno paura https://oggiscienza.it/2014/04/07/terapia-del-dolore-2-tolgono-il-dolore-ma-fanno-paura/ https://oggiscienza.it/2014/04/07/terapia-del-dolore-2-tolgono-il-dolore-ma-fanno-paura/#comments Mon, 07 Apr 2014 09:50:46 +0000 http://oggiscienza.it/?p=46047 Farmaci tosti, confusione, paure: sono gli elementi che allontanano chi soffre di dolore cronico da una soluzione al loro problema. In Italia più volte si legge che manca una rete di riferimento, una figura professionale a cui rivolgersi e il paziente resta solo, magari incompreso. Ne abbiamo parlato precedentemente su OggiScienza con Franca Benini, per dare voce al suo progetto e tracciare una sintesi del panorama attuale.

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Realtà aumentata per la e-scienza https://oggiscienza.it/2014/03/21/realta-aumentata-per-la-e-scienza/ https://oggiscienza.it/2014/03/21/realta-aumentata-per-la-e-scienza/#comments Fri, 21 Mar 2014 08:31:14 +0000 http://oggiscienza.it/?p=45972 Possiamo aggirarci nel nostro cervello, camminare su Marte o vedere un virus da vicino. Videogioco o scienza? Entrambi. Si tratta di un sistema di realtà virtuale che permette di vedere in 3D e muoversi in qualsiasi “ambiente scientifico”, sia esso un cervello umano sia un sito archeologico, utilizzando non l’invenzione, ma dati provenienti da Istituti di ricerca come la Nasa, e da esami diagnostici tipici delle neuroscienze come la risonanza magnetica

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Ciò che non uccide, fortifica? https://oggiscienza.it/2014/03/04/cio-che-non-uccide-fortifica/ https://oggiscienza.it/2014/03/04/cio-che-non-uccide-fortifica/#comments Tue, 04 Mar 2014 14:23:51 +0000 http://oggiscienza.it/?p=45214 Il dolore fa bene: ciò che non uccide ti dà forza. Quante volte lo abbiamo sentito o detto a qualcuno che soffre, nella speranza di aiutarlo a resistere? È un problema culturale capace di ammorbidirsi solo davanti a pazienti al limite della sopportazione: oncologici, malati terminali.

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Il senso del trial per le staminali https://oggiscienza.it/2013/07/09/il-senso-del-trial-per-le-staminali/ https://oggiscienza.it/2013/07/09/il-senso-del-trial-per-le-staminali/#comments Tue, 09 Jul 2013 08:22:38 +0000 http://oggiscienza.it/?p=41182 In un settore di ricerca al momento molto appealing, fatto di belle speranze, frustrazioni, illusioni, e qualche vittoria, sembra che questa volta sia stato ottenuto un buon risultato.

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Dalla clonazione alle staminali: vicissitudini di una ricerca “appeal” https://oggiscienza.it/2013/05/30/dalla-clonazione-alle-staminali-vicissitudini-di-una-ricerca-appeal/ https://oggiscienza.it/2013/05/30/dalla-clonazione-alle-staminali-vicissitudini-di-una-ricerca-appeal/#comments Thu, 30 May 2013 11:25:44 +0000 http://oggiscienza.it/?p=40256 Dobbiamo tornare indietro di 17 anni per vedere l’applicazione della tecnica del trasferimento nucleare dare vita alla famosa pecora Dolly, che ha fatto capolino su riviste e copertine patinate. Questo sistema ha permesso, come è noto, di ottenere una pecora con il patrimonio genetico identico alla madre, attraverso un sistema che implicava l’inserimento del DNA della cellula somatica della madre nella sua cellula uovo privata del nucleo. La procedura è stata portata avanti fino alla nascita di Dolly.

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Dimmi che carne sei https://oggiscienza.it/2013/02/21/dimmi-che-carne-sei/ https://oggiscienza.it/2013/02/21/dimmi-che-carne-sei/#comments Thu, 21 Feb 2013 10:21:14 +0000 http://oggiscienza.it/?p=37069 Accade più spesso tra i pesci: una volta puliti, senza pelle senza testa e senza interiora, sembrano tutti uguali e chi li riconosce più? La frode in campo alimentare non è una novità, le sostituzioni tra materie prime o semilavorati avviene a sfavore della qualità e per un maggior ritorno economico dell’azienda. Spesso, come ci spiega Agostino Macrì, responsabile della sicurezza alimentare per l'Unione Nazionale Consumatori, si tratta di derrate vendute a prezzi stracciati da fornitori che garantiscono sulla qualità del loro prodotto attraverso le scartoffie rilasciate in quantità industriali dai laboratori del Controllo Qualità presenti in ogni azienda e che quindi spesso non vengono più controllate. Una catena di carta che attesta una Qualità, a volte non così ovvia e scrupolosamente sotto osservazione.

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Gli “universali” del cervello che legge https://oggiscienza.it/2013/02/06/gli-universali-del-cervello-che-legge/ https://oggiscienza.it/2013/02/06/gli-universali-del-cervello-che-legge/#comments Wed, 06 Feb 2013 12:11:38 +0000 http://oggiscienza.it/?p=36551 CRONACA - I circuiti attivati nel cervello per leggere un testo in cinese e uno in francese, o in un’altra lingua alfabetica, sono gli stessi, come hanno dimostrato i ricercatori guidati da Stanislas Dehaene del National Institute of Health and Medical Reserach in Francia in uno studio pubblicato su PNAS . Identiche inoltre non sono solo le aree coinvolte ma anche i due network, quello visivo e quello motorio, presi in considerazione dallo studio, anche se con intensità differenti tra ideogrammi e alfabeto. Aver considerato occhio e mano – e non udito, come nelle ricerche precedenti – ha quindi permesso di dare una svolta ai circuiti cerebrali in funzione e alle caratteristiche universali della lettura.

Per comprendere meglio questi processi e i risvolti pratici dello studio abbiamo intervistato Alfonso Caramazza, direttore del Laboratorio di neuropsicologia cognitiva dell’Università di Harvard e del Centro Interdipartimentale Mente–Cervello dell’Università degli Studi di Trento.

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Batteri in corsia https://oggiscienza.it/2012/11/28/batteri-in-corsia/ https://oggiscienza.it/2012/11/28/batteri-in-corsia/#respond Wed, 28 Nov 2012 08:56:00 +0000 http://oggiscienza.it/?p=34609 SALUTE - Ammalarsi in ospedale: è ciò che accade quando si contrae una infezione ospedaliera, ossia una patologia infettiva, causata da microrganismi, che sopraggiunge durante la degenza in ospedale.

A oggi le infezioni ospedaliere sono monitorate e trattate secondo protocolli ben precisi ed è possibile identificare con metodi tradizionali quale sia il microrganismo che causa l’infezione in ogni paziente, ma non è possibile stabilire con certezza se lo stesso ceppo di una famiglia sia coinvolto nell’infezione di più pazienti, con la possibilità che si origini una infezione epidemica.

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Più donne nei trial clinici per L’HIV (II) https://oggiscienza.it/2012/10/12/piu-donne-nei-trial-clinici-per-lhiv-ii/ https://oggiscienza.it/2012/10/12/piu-donne-nei-trial-clinici-per-lhiv-ii/#comments Fri, 12 Oct 2012 07:13:46 +0000 http://oggiscienza.it/?p=33669 SALUTE – (Ecco la seconda parte dell’intervista a Massimo Galli sulla carenza di donne nei test clinici per le terapie anti-HIV) Cosa significa partecipare a un trial? Come si può immaginare nei Paesi in via di sviluppo i problemi che portano alla carenza di donne nei trial sono collegati alle condizioni sociali e culturali. Far […]

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Più donne nei trial clinici per L’HIV (I) https://oggiscienza.it/2012/10/12/piu-donne-nei-trial-clinici-per-lhiv-i/ https://oggiscienza.it/2012/10/12/piu-donne-nei-trial-clinici-per-lhiv-i/#comments Fri, 12 Oct 2012 06:33:07 +0000 http://oggiscienza.it/?p=33666 SALUTE - Gli scienziati sono frustrati: sono poche le donne che partecipano ai trial clinici studiati per testare i vaccini anti-HIV nei Paesi in via di sviluppo, quelli in cui l’AIDS risulta più diffuso. Le donne, stando a quanto discusso alla Conferenza AIDS Vaccine 2012 che si è tenuta a Boston dal 8 al 12 settembre, rappresentano solo un quinto di coloro che partecipano a questi test di sperimentazione.

Le ragioni di questa latitanza – nei Paesi in via di sviluppo – sono connaturate al contesto sociale e alle difficoltà incontrate dalle eventuali volontarie. Devono evitare una gravidanza durante tutta la sperimentazione, essere libere di potersi esporre come soggetti a rischio, subendo lo stigma da parte della comunità in cui vivono, chiedere il consenso dei familiari, spesso negato, e infine potersi sottoporre a numerose visite ed esami, magari a chilometri di distanza da casa. In altri test – cita l’autore dell’articolo pubblicato su Nature - i partecipanti hanno dovuto presenziare a 22 visite e 7 esami in 18 mesi, recandosi ogni volta sul luogo della sperimentazione. E questi problemi si riscontrano anche per altre patologie, come nel caso del vaccino contro il papilloma virus in Mali

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Una buona mutazione? https://oggiscienza.it/2012/10/09/una-buona-mutazione/ https://oggiscienza.it/2012/10/09/una-buona-mutazione/#respond Tue, 09 Oct 2012 07:25:42 +0000 http://oggiscienza.it/?p=33561 SALUTE - Una delle caratteristiche più preoccupanti di HIV è la sua capacità di mutare continuamente e in modo veloce. Se da un lato molte mutazioni sono svantaggiose per il virus, rendendolo non più in grado di replicare, altre sono responsabili di resistenze ai farmaci in uso. Più in generale la grande ‘variabilità genetica’ causata da queste numerose mutazioni rende difficile lo sviluppo di vaccini che possano veramente funzionare. Questa volta invece l’identificazione di una nuova mutazione, chiamata 172K, sembra portare buone notizie: in combinazione con altre mutazioni sarebbe associata a maggiore sensibilità a due classi di farmaci antiretrovirali.

Si tratta di un polimorfismo, cioè di una variante genetica presente in più dell’1% dei ceppi virali circolanti, che viene mantenuta per selezione naturale. In questo caso la prevalenza è del 3% e la sua presenza non interferisce con le normali attività del virus, ad esempio con la sua aggressività e capacità replicativa. Oltre a presentarsi in campioni clinici, quindi prelevati dai pazienti, la mutazione è stata rintracciata anche nei sottotipi usati in laboratorio, come si legge nello studio pubblicato su Journal of Biological Chemistry, e guidato da Stefan Sarafianos, professore di microbiologia e immunologia molecolare alla School of Medicine dell’Università del Missouri.

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“Piuttosto che un attimino” (parte II) https://oggiscienza.it/2012/09/26/piuttosto-che-un-attimino-parte-ii/ https://oggiscienza.it/2012/09/26/piuttosto-che-un-attimino-parte-ii/#comments Wed, 26 Sep 2012 08:34:49 +0000 http://oggiscienza.it/?p=33269 CULTURA - (Ecco la seconda parte dell'intervista a Valeria Della Valle, docente di Linguistica italiana alla “Sapienza”, Università di Roma. Qui trovate la prima)

Chi ha il potere di dire che una forma considerata un tempo errore si è trasformata a tal punto da essere corretta?

I linguisti non danno indicazioni, non dicono cosa sia corretto e cosa sia invece un errore. Nel nostro lavoro noi crediamo in una grammatica descrittiva e non normativa. Di conseguenza possiamo dire che il nostro compito è quello di osservare come è fatta la lingua in uso, analizzando le caratteristiche esistenti e le differenze tra parlato e lingua scritta, senza dare indicazioni in merito. Quello che ho appena detto è tuttavia vero solo in parte, visto che nei testi di grammatica vi sono regole e norme

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“Piuttosto che un attimino” (parte I) https://oggiscienza.it/2012/09/26/piuttosto-che-un-attimino-parte-i/ https://oggiscienza.it/2012/09/26/piuttosto-che-un-attimino-parte-i/#comments Wed, 26 Sep 2012 08:25:27 +0000 http://oggiscienza.it/?p=33264 CULTURA - La lentezza non è di questo mondo, ma è di sicuro una caratteristica dei cambiamenti linguistici. Il passaggio da errore a regola grammaticale accettata, non solo avviene gradualmente e in tempi molto lunghi, ma difficilmente lo si nota, a meno che non ci si occupi proprio di linguistica.

In un recente studio pubblicato su Language, Hendrik De Smet, ricercatore all’Università di Leuven in Belgio, ha approfondito alcuni passaggi graduali con i quali queste modifiche si rafforzano e prendono piede: si tratta di piccoli cambiamenti conseguenti a ciò che li ha preceduti e che trascinano con loro altre modifiche successive, sempre piccole, fino ad arrivare a differenze notevoli tra la forma di partenza e quella di arrivo. Lo studio, che si occupa della lingua inglese, prende in considerazione alcuni elementi grammaticali chiamati downtoners – i nostri diminutivi – e ne traccia il percorso. All but, per citare un esempio, si univa dapprima solo agli aggettivi, poi ai participi passati, avvicinandosi infine ai verbi, con cui ora si accompagna senza destare il sospetto che si tratti di un errore. Alcuni sostantivi, come fun e key – e in italiano “chiave” ha subìto la stessa simile sorte in termini come “il giocatore chiave”, “il ruolo chiave” e così via – sono diventati aggettivi, arrivando addirittura alla forma superlativa nel caso di funnest

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Il gerbillo ora ci sente https://oggiscienza.it/2012/09/18/il-gerbillo-ora-ci-sente/ https://oggiscienza.it/2012/09/18/il-gerbillo-ora-ci-sente/#respond Tue, 18 Sep 2012 06:51:26 +0000 http://oggiscienza.it/?p=33114 SALUTE - Grazie alle ricerche condotte da Marcelo Rivolta, dell’Università di Sheffield nel Regno Unito, cellule staminali embrionali differenziate in vitro e poi trapiantate nell’animale hanno portato al recupero dell’udito e al miglioramento nella percezione dei suoni più deboli nel gerbillo.

Il team di ricerca ha lavorato sulla mancata connessione tra cellule dell’orecchio interno, che hanno il compito di tradurre le onde sonore in impulso elettrico, e nervo acustico, che trasmette le informazioni dall’orecchio al cervello. Nello studio, pubblicato su Nature, i ricercatori hanno utilizzato cellule staminali embrionali per “sostituire” il nervo acustico danneggiato e ripristinare la connessione.

Le cellule staminali sono state trattate con i “fattori di crescita”, in questo caso dei fibroblasti (FGF – fibroblast growth factor), cellule responsabili della produzione delle componenti della matrice extracellulare. Alla famiglia degli FGF umani appartengono 22 diverse proteine, che, come tutti i fattori di crescita, si legano ai recettori presenti sulle cellule bersaglio e attivano una serie di reazioni a cascata che portano al controllo del ciclo cellulare e al differenziamento

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Il plasmodio negletto https://oggiscienza.it/2012/09/13/il-plasmodio-negletto/ https://oggiscienza.it/2012/09/13/il-plasmodio-negletto/#comments Thu, 13 Sep 2012 10:56:14 +0000 http://oggiscienza.it/?p=33062 SALUTE - La forma più temuta della malaria è causata dal famigerato Plasmodium falciparum. Ma esiste anche il fratello meno famoso, nascosto dietro le quinte ed emarginato, ora però uno studio riporta la sequenza del genoma del Plasmodium vivax, prelevato da persone infette, e i risultati sono stati pubblicati su Plos Neglected Tropical Diseases.

I ricercatori della Case Western Reserve University e del Cleveland Clinic Lerner Research Institute hanno lavorato al sequenziamento del genoma del plasmodio meno aggressivo per stabilire le variazioni nella sequenza del DNA in ceppi lontani geograficamente. Hanno utilizzato campioni di sangue prelevati da due pazienti provenienti dal Madagascar, tre dalla Cambogia e, per comparazione, hanno utilizzato il sangue di una scimmia infettata con un ceppo umano trovato in Sud America

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Il triangolo no (virus, alghe e coralli) https://oggiscienza.it/2012/07/20/il-triangolo-no-virus-alghe-e-coralli/ https://oggiscienza.it/2012/07/20/il-triangolo-no-virus-alghe-e-coralli/#respond Fri, 20 Jul 2012 06:37:20 +0000 http://oggiscienza.it/?p=32011 Le sclerattinie o madrepore, le cui forme coloniali danno origine alle ben note barriere coralline, forniscono rifugio e nutrimento alle alghe unicellulari zooxanthelle, che a loro volta contribuiscono alla costruzione del reef e al reperimento di energia. Ma a chi dare la colpa se questa forma di simbiosi subisce stress e destabilizzazione fino all’erosione di circa l’80% della barriera corallina? È un fenomeno che si osserva da circa 30-40 anni, senza che ancora sia stato trovato un meccanismo che lo spieghi del tutto.

AMBIENTE - Le sclerattinie o madrepore, le cui forme coloniali danno origine alle ben note barriere coralline, forniscono rifugio e nutrimento alle alghe unicellulari zooxanthelle, che a loro volta contribuiscono alla costruzione del reef e al reperimento di energia. Ma a chi dare la colpa se questa forma di simbiosi subisce stress e destabilizzazione fino all’erosione di circa l’80% della barriera corallina? È un fenomeno che si osserva da circa 30-40 anni, senza che ancora sia stato trovato un meccanismo che lo spieghi del tutto.

Le ipotesi più accreditate parlano di virus, e su questa idea si stanno muovendo i ricercatori grazie al ritrovamento di materiale genetico appartenente a due virus (per esempio DNA codificante per le proteine del capside, la struttura proteica che contiene l’acido nucleico virale) all’interno di campioni di alga unicellulare e di corallo

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Pro e contro di un grande cervello https://oggiscienza.it/2012/07/18/pro-e-contro-di-un-grande-cervello/ https://oggiscienza.it/2012/07/18/pro-e-contro-di-un-grande-cervello/#respond Wed, 18 Jul 2012 10:11:22 +0000 http://oggiscienza.it/?p=31978 CRONACA - Per avere una grande intelligenza, ci vorrà un cervello grande? È un dubbio che sembra attanagliare numerosi scienziati, coinvolti in diversi studi per stabilire una correlazione tra dimensioni del cervello e intelligenza e capacità di sopravvivere in determinati contesti complessi e difficili.

L’ultima ricerca sperimentale è stata condotta da Alexander Kotrschal, studente post-doc dell’Università di Uppsala in Svezia, che ha presentato i suoi dati al congresso Evolution Ottawa lo scorso nove luglio.

Il ricercatore ha allevato due linee di Poecilia reticulata (guppy), un piccolo pesce d’acqua dolce originario del Sudamerica. Per creare le due linee, gli scienziati hanno sezionato e misurato per ogni generazione la dimensione del cervello dei genitori, scegliendo di allevare i figli dei genitori con cervello più piccolo e più grande rispettivamente per ciascuna linea. Dopo due generazione il team ha riscontrato, nelle dimensioni del cervello tra le due linee, una differenza di circa il 10% per le femmine e l’8% per i maschi

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In caso di errore l’RNA dà l’allarme https://oggiscienza.it/2012/05/30/in-caso-di-errore-lrna-da-lallarme/ https://oggiscienza.it/2012/05/30/in-caso-di-errore-lrna-da-lallarme/#respond Wed, 30 May 2012 06:54:00 +0000 http://oggiscienza.it/?p=30436 SALUTE - L'RNA svela ai ricercatori la sua versatilità, e questa volta lo fa in grande, con un nuovo ruolo e un nuovo compito. Che gli RNA fossero diversi per struttura, sequenza, meccanismo di azione, small, micro, corti e lunghi, messaggeri o ribosomiali, e persino a doppio filamento detti double strands (l'RNA ne ha solo uno di solito), era cosa nota, ma tutti questi tipi sono coinvolti solo nei processi di regolazione dell'espressione del genoma: agiscono controllando i geni da esprimere oppure facendo da intermediari tra DNA e sintesi proteica.

La nuova ricerca, pubblicata su Nature e condotta da Fabrizio d'Adda di Fagagna dell'IFOM di Milano, dimostra invece che nell'uomo, nel topo e nello zebrafish (un piccolo pesce d'acqua dolce) esiste un tipo particolare di RNA che svolge l'importante compito di sorvegliare il nostro genoma e la sua stabilità. Come? Trasmettendo l'allarme.

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Per fare un farmaco ci vuole una pianta https://oggiscienza.it/2012/05/18/per-fare-un-farmaco-ci-vuole-una-pianta/ https://oggiscienza.it/2012/05/18/per-fare-un-farmaco-ci-vuole-una-pianta/#comments Fri, 18 May 2012 12:45:12 +0000 http://oggiscienza.it/?p=30116 SALUTE - Le sensazioni del ricercatore Ari Zimran, membro del comitato scientifico di Protalix Biotherapeutics, e dei suoi collaboratori, le possiamo solo immaginare, quello che invece sappiamo è che il farmaco sul quale stava lavorando da dieci anni, la taliglucerasi alfa, sviluppato dall'azienda israeliana Protalix Biotherapeutics e commercializzato da Pfizer, è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA).

Cosa c'è di nuovo in questo? Elelyso, questo il suo nome commerciale, è il primo farmaco biologico prodotto all'interno di cellule vegetali a essere approvato. Un traguardo quindi che va oltre l'azienda, investendo più in generale sia il campo farmaceutico sia le biotecnologie agrarie.

La malattia rara di Gaucher alla quale Elelyso si rivolge è causata dalla carenza dell'enzima glucocerebrosidasi che agisce all'interno dei macrofagi trasformando una sostanza di scarto in due sostanze utili all'organismo. Quando l'enzima non è sufficiente, il glucocerebroside si accumula, ingrossando i macrofagi e provocando sintomi che vanno dalla anemia fino a problemi neurologici. L'idea di Protalix è stata quella di inserire nelle cellule di carota una versione sana del gene umano che codifica per la glucocerebrosidasi, estraendo e purificando poi l'enzima prodotto, purtroppo per ora in dosi basse

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Una “bandierina” per diagnosticare Creutzfeldt-Jakob https://oggiscienza.it/2012/05/15/una-bandierina-per-diagnosticare-creutzfeldt-jakob/ https://oggiscienza.it/2012/05/15/una-bandierina-per-diagnosticare-creutzfeldt-jakob/#respond Tue, 15 May 2012 08:02:08 +0000 http://oggiscienza.it/?p=29991 SALUTE - Un segnale che con la sua presenza specifica può svelare una patologia e fornire una prima indicazione per una diagnosi. Si tratta del cosiddetto biomarker, un indicatore (proteina, gene ...) utile per monitorare processi biologici di diversa natura, tra cui quelli patologici.

Cercare un possibile marcatore è ancora più utile quando la diagnosi è difficile, o addirittura possibile solo post mortem.

La timosina beta 4 è proprio uno di questi. Si tratta di una proteina trovata in modo specifico nel liquido cefalo-rachidiano di pazienti affetti dal morbo di Creutzfeldt-Jakob (CJD, Creutzfeldt-Jacob Disease), patologia neurodegenerativa rara e parente della più conosciuta encefalopatia spongiforme bovina, o mucca pazza.

Allo stato attuale la diagnosi viene fatta attraverso l'analisi dei sintomi in fase clinica, spesso in condivisione con altre forme di demenza, o grazie a marcatori meno specifici, come la 14-3-3 e la TAU, due proteine comuni ad altre malattie neurodegenerative

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Modifiche epigenetiche, meno segreti https://oggiscienza.it/2012/05/02/modifiche-epigenetiche-meno-segreti/ https://oggiscienza.it/2012/05/02/modifiche-epigenetiche-meno-segreti/#comments Wed, 02 May 2012 13:26:06 +0000 http://oggiscienza.it/?p=29589 CRONACA - Sequenziare il Dna è diventata ormai quasi una routine, ma si può andare oltre come hanno fatto i ricercatori dell'Università di Cambridge in collaborazione con il Babraham Institute.

Shankar Balasubramanian del Dipartimento di Chimica e Ricerca sul Cancro e Michael Booth, studente di PhD hanno messo a punto una nuova tecnica che permette di sequenziare due particolari modifiche - “epigenetiche”- che avvengono a livello del Dna nei mammiferi. Queste modifiche regolano l'espressione dei geni, accendendoli e spegnendoli in modo da portare al differenziamento e allo sviluppo delle varie cellule, in diversi tessuti e organi, a partire da un medesimo genoma.

L'epigenetica è una parte della genetica che studia le modifiche (fenotipiche) a livello di DNA, come l'aggiunta di gruppi chimici sulle basi azotate, che non intaccano la sequenza del genoma e sono necessarie per regolare l'espressione dei geni, determinando quali esprimere e quali no in ciascuna cellula. Il risultato è visibile a livello cellulare ed è ciò che permette la differenziazione tra tipi cellulari appartenenti a diversi tessuti e organi.

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System biology per capire i meccanismi degli antitumorali https://oggiscienza.it/2012/04/23/system-biology-per-capire-i-meccanismi-degli-antitumorali/ https://oggiscienza.it/2012/04/23/system-biology-per-capire-i-meccanismi-degli-antitumorali/#comments Mon, 23 Apr 2012 12:42:08 +0000 http://oggiscienza.it/?p=29483 SALUTE - Integrare i dati tra geni, RNA messaggero e proteine, in modo da ricostruire la cascata di “reazioni” che determina un particolare effetto, come la resistenza a un farmaco. Stiamo parlando della System Biology, approccio utilizzato dal laboratorio di Farmacologia Antitumorale dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, diretto da Maurizio D'Incalci, in collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova, la Fondazione “Edmund Mach” di Trento, il Fondo Edo Tempia per la lotta contro i tumori di Biella e il CNR di Napoli, per capire cosa ci sia dietro alla resistenza alla trabectidina.

Si tratta di un antitumorale derivato dai tunicati che, sebbene attivo su diversi tipi di sarcoma, mostra una particolare predisposizione per il liposarcoma mixoide, tumore che coinvolge il tessuto adiposo, soprattutto di braccia e cosce. Il problema è che pazienti trattati a lungo con questo principio attivo mostrano resistenza con un meccanismo fino a ora sconosciuto

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Emergenza defibrillazione precoce https://oggiscienza.it/2012/04/19/emergenza-defibrillazione-precoce/ https://oggiscienza.it/2012/04/19/emergenza-defibrillazione-precoce/#comments Thu, 19 Apr 2012 06:40:40 +0000 http://oggiscienza.it/?p=29348 CRONACA - I recenti casi di giovani sportivi colpiti da morte improvvisa, in campo (pur in apparente perfetta salut) stanno mostrando all'opinione pubblica l'importanza delle tecniche di rianimazione precoce. Fra gli strumenti più importanti, di cui oggi sulla scia dell'emozione provocata dall'ultima di queste morti, uno si è trovato avvolto da una nuova popolarità: il defibrillatore.

L'arresto cardiaco può riguardare tutti, nello sport e a vari livelli agonistici, per questo abbiamo chiesto a Fulvio Kette, responsabile del progetto defibrillazione precoce dell'Azienda Regionale d'Emergenza Urgenza (AREU) della Lombardia, con un'esperienza trentennale nell'arresto cardiaco maturata negli Stati Uniti, di fare chiarezza sulle manovre di soccorso, defibrillazione e formazione in Italia.

Fulvio Kette, quando si usa il defibrillatore?

Il defibrillatore deve essere usato in caso di arresto cardiaco improvviso, che può coinvolgere sia pazienti con patologie cardiache sia persone sane o apparentemente sane. Si manifesta con perdita di coscienza, assenza di respiro e, elemento principale, di battito cardiaco.

Dal punto di vista “elettrico”, l'arresto però può avvenire o come ritmo defibrillabile ( in fibrillazione ventricolare o come tachicardia ventricolare, spesso prodromo del primo caso e quindi riconducibile a questo) o come ritmi che non necessitano una defibrillazione Il defibrillatore va usato in tutti i casi di arresto cardiaco perché è la macchina, il DAE che verifica se c’è fibrillazione ventricolare. Se non c'è fibrillazione il cosiddetto DAE (defibrillatore automatico esterno) non permette la scarica elettrica

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Griffato o generico? https://oggiscienza.it/2012/04/12/griffato-o-generico/ https://oggiscienza.it/2012/04/12/griffato-o-generico/#comments Thu, 12 Apr 2012 08:53:02 +0000 http://oggiscienza.it/?p=29137 SALUTE - Il fascino del prodotto griffato non risparmia nemmeno il settore farmaceutico, con conseguenze spesso non indifferenti per i nostri portafogli e per quelli del Sistema Sanitario Nazionale.

Per favorire il mercato del farmaco generico equivalente, ancora scarso in Italia, Assogenerici ha dato il via a una campagna informativa che favorisca la scelta del farmaco non di marca rispetto al brand. Lo spot televisivo ha saputo cogliere l'ondata favorevole al generico avvallata dal recente decreto Monti sulle liberalizzazioni, che tuttavia lascia comunque in mano al medico sia la possibilità di informare dell'esistenza dell'equivalente, sia la facoltà di scegliere se aggiungere sulla ricetta la dicitura “non sostituibile”; in caso contrario spetta al farmacista distribuire la versione a prezzo inferiore a meno che non sia il paziente a richiedere la griffe, come spesso accade.

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