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Epidemie di morbillo, Italia al primo posto nell’Ue

“Quando decidi di non vaccinare tuo figlio, metti a rischio non solo lui, ma anche la comunità. Informati sui rischi e sulle responsabilità” - Organizzazione mondiale della Sanità

Epidemia di morbillo in Galles

SALUTE - Succede nell'area di Swansea, in Galles. Al 5 aprile scorso erano circa 600 i nuovi casi di morbillo segnalati. I medici della zona dichiarano di aspettarsi circa 20 nuovi casi al giorno ma, sorpresa sorpresa, la percentuale di infezioni nei bambini fra gli 8 e i 16 anni è molto bassa, mentre per quelli sotto gli 8 anni è altissima. Mistero? Assolutamente no. Fra i bambini sotto gli 8 anni in quella zona c'è infatti un 'altissima percentuale di non vaccinati (per il vaccino trivalente, morbillo-parotite-rosolia). E perché? Perché, specialmente nel Regno Unito ma no solo, da circa un decennio esiste un forte movimento anti-vaccinista innescato dallo studio truffaldino di Andrew Wakefield, ex-medico inglese che ha insinuato che quel vaccino potesse causare l'autismo. Il risultato è che in UK, ma anche negli Stati Uniti (e anche nel nostro paese esistono delle frange) che rifiutano di vaccinare i figli, contro malattie la cui pericolosità è ben maggiore di quella dei possibili effetti collaterali (provati) del vaccino. In questi giorni a seguito dell'epidemia, nei presidi medici dell'area di Swansea si sono presentate 1.200 persone per riceve il vaccino. I medici ritengono che prima di questa ondata di richieste "in zona cesarini" circa 3.800 bambini nell'area non avessero ricevuto il vaccino trivalente, e si aspettano che le richieste crescano nei prossimi giorni.

Il morbillo che resiste

SALUTE - Oltre 9 milioni e mezzo: tanti sarebbero stati, nel solo decennio 2000-2010, i morti per morbillo nel mondo se non ci fosse stato il vaccino. La stima è di un gruppo di epidemiologi dei Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e della Pennsylvania State University, che su Lancet fanno il punto sulla riduzione della mortalità globale per questa malattia. E se pure 9 milioni di vite risparmiate paiono un risultato straordinario, quello che gli esperti concludono è che in realtà siamo ancora lontani dagli obiettivi prefissati e, in generale, dalla completa eradicazione della malattia
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