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Il senatore e il babbuino

COSTUME E SOCIETÀ - Ieri a Roma un gruppo di animalisti ha messo in atto una colorita e a tratti aggressiva protesta che ha preso di mira, fra gli altri il senatore Ignazio Marino, "reo" del fatto di aver praticato nel 1992 un trapianto sperimentale, anzi uno xenotrapianto, di fegato di un babbuino su pazienti affetti da cirrosi epatica conseguenza di un'epatite B cronica. Cui prodest (la protesta intendo)? Non sfuggirà ai più che l'onorevole Marino è candidato come sindaco della città di Roma, e infatti il suo contendente, Gianni Alemannno, attuale sindaco dell'urbe, non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione di mostrare il suo amore per gli animali facendosi immortalare con il suo gatto Bizet, "carini e coccolosi, ragazzi"). Tanto più che il fatto che Marino sia un medico di calibro e abbia effettuato questi trapianti all'avanguardia non è mai stato un mistero. Perché solo ora tanta veemenza? Non c'è nulla di estremo, illegale, torbido, misterioso in quanto fatto da Marino nel 1992: il medico, come più volte lui stesso ha raccontato e come si può evincere dalle sue pubblicazioni, ha fatto parte del team che ha eseguito, il nel '92 e nel '93, gli unici due xenotrapianti di fegato da babbuino a uomo della storia, sotto la guida di Thomas Starzl, il pioniere che nel 1963 aveva realizzato il primo trapianto di fegato nell'uomo. Marino ha collaborato con Starzl per oltre quindici anni

Speciale trapianti: xenotrapianti

SPECIALI - (Questo articolo fa parte dello "Speciale trapianti") Per un attimo agli inizi degli anni Novanta la possibilità di trapianti d'organi provenienti da animali è sembrata realistica, ma le paure più grandi che allora, come oggi, ci ostacolano sono per lo più immunologiche: come poter trapiantare un organo di un animale senza incappare nel rigetto iperacuto (che avviene a poche ore di distanza dall'intervento e causa la perdita dell'organo) e come risolvere il rischio da parte del ricevente umano di contrarre infezioni virali di derivazione animale, quei virus che facendo il cosiddetto salto di specie, in linea teorica possono colpire il paziente rendendo inutile l'intervento e anche diffondersi ad altre persone. Gli studi che sono stati condotti in questi anni si sono focalizzati sui primati non umani e sui maiali, ma, anche se i primati sono molto più simili all'uomo e le speranze di riuscita potrebbero risultare maggiori, non è questa la via che si sta seguendo: “Le uniche tre specie che garantirebbero un cuore a un individuo di una certa taglia – afferma Emanuele Cozzi, responsabile dell'Unità Operativa di Immunologia dei trapianti dell'Ospedale di Padova e direttore scientifico del Consorzio per la Ricerca sul Trapianto di organi, tessuti, cellule e medicina rigenerativa (CORIT) – sono lo scimpanzè, l'orangutan e il gorilla, che, oltre ad essere difficili da gestire dal punto di vista della stabulazione, sono tutte in via di estinzione e quindi protette. I maiali da allevamento convenzionale, invece, vengono generalmente sacrificati per l'alimentazione umana quando pesano 120-150 chili e quindi, scegliendoli per lo xenotrapianto, non si presenterebbe alcun problema di misura

Speciale trapianti: lo stato dell’arte

SPECIALI - Di organi, di tessuti, di cellule. Possiamo superare i limiti biologici con organi artificiali e animali, “pile” per far battere il cuore, fegati e occhi in vitro o cuori rigenerati grazie alle staminali? Oggi in Europa 12 persone moriranno nell'attesa di un organo. È questo il numero che riguarda le morti giornaliere dovute alla mancanza di organi disponibili che è stato segnalato sull'ultimo rapporto annuale mondiale sui trapianti presentato a Strasburgo. In totale in questo momento sono 56.000 le persone in lista d'attesa in tutta Europa per ricevere un organo, solo in Italia 9.221. E anche se il nostro Paese è considerato tra i primi posti in fatto di trapianto d'organo con all'attivo 2.572 interventi nel 2011, di cui 170 da donatore vivente, non basta. Nel 2010 in Italia sono morte aspettando 511 persone in lista: 159 attendevano un rene, 195 un fegato, 98 necessitavano di un cuore nuovo e 59 desideravano polmoni funzionanti