Antichissimi strumenti musicali ormai scomparsi hanno nuova voce grazie ad ASTRA e alla sintesi del suono bastata su modelli fisici
Ascolta la Sonata Scarlatti in Re minore suonata con l’epigonion
Salpinx, barbiton, aulo, siringa, questi nomi oggi ci dicono poco ma un tempo erano strumenti musicali molto in voga. È difficile immaginare come suonassero, e oggi è quasi impossibile ricreare il loro suono, o perché difficili da costruire o perché è troppo complicato imparare a suonarli. Il progetto ASTRA (Ancient instruments Sound/Timbre Reconstruction Application), che vede partecipare l’Università di Salerno, l’INFN di Catania e i conservatori di Salerno e Parma, oggi però ha ricostruito l’epigonion, una sorta di arpa proveniente dal mondo greco antico, e ora sta lavorando su altri strumenti.
La “ricostruzione” dello strumento è solo virtuale, ma dettagliatissima. Tutte le informazioni disponibili – materiali, forma, ecc. – vengono inserite in un “modello fisico”, un set di algoritmi ed equazioni che ricostruiscono il suo comportamento come sistema meccanico. Questo processo dal punto di vista computazionale è molto costoso e richiede il lavoro di una rete distribuita di computer collegati l’uno con l’altro.
I risultati ottenuti finora si potranno sentire alla fine di quest’estate in un’esibizione pubblica della Lost Sounds Orchestra, l’orchestra del progetto ASTRA. “La preparazione sta andando molto bene,” racconta Domenico Vicinanza, coordinatore tecnico del progetto. “È un processo lungo e affascinante. Insieme al coordinatore artistico stiamo scegliendo i pezzi e adattando la conduzione all’orchestra unica nel suo genere che abbiamo. Siamo tutti molto eccitati.”