È fatta: le collisioni tra i fasci di particelle a 7 TeV nel grande anello LHC sono una realtà. Come è andata e che cosa succederà nei prossimi giorni? Ce ne parla Paolo Giubellino, diventato da pochi giorni dirigente dell’esperimento ALICE. È il terzo italiano, sui quattro esperimenti principali di LHC, a ricoprire questa carica. Significa che in questo settore la ricerca italiana ha ancora voce in capitolo, grazie agli investimenti passati e malgrado la mancanza di investimenti presenti.
NOTIZIE – Paolo Giubellino, laureato in fisica all’Università di Torino e oggi dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), è dal 24 marzo spokesperson di ALICE, eletto a larghissima maggioranza dai suo colleghi di ricerca. ALICE è uno dei principali esperimenti di LHC, gli altri sono ATLAS, diretto da Fabiola Giannotti, CMS, diretto da Guido Tonelli anche lui dell’INFN, e LHCb diretto da Andrei Golutvin, l’unico non italiano dei dirigenti.
— Il fatto che tre dei quattro principali esperimenti di LHC siano diretti da italiani è molto particolare, — commenta Paolo Giubellino che abbiamo raggiunto nella sala di controllo di ALICE al CERN — visto che i leader degli esperimenti sono eletti con mandati di due o tre anni e sono scelti fra molti candidati di tutti i paesi. Rappresenta comunque un ottimo risultato della ricerca italiana in questo settore, che evidentemente ha ancora un ruolo importante a livello internazionale. Ruolo che è destinato a declinare se i finanziamenti pubblici non riprenderanno.
— L’effetto della mancanza di investimenti non è immediato: ci vogliono anni perché le conseguenze si manifestino, e non saranno i governanti di oggi a patirle, ma quelli di domani, — continua Giubellino. — Oggi vediamo i risultati positivi di una politica della ricerca lungimirante di vent’anni fa… che stanno però già evaporando. Infatti i giovani più brillanti cercano delle prospettive di carriera altrove, visto che in Italia le prospettive sono sempre più incerte. Se non ci saranno inversioni di tendenza, tra vent’anni potrebbe restare ben poco di questa stagione di successi.
Ma veniamo alle collisioni.
“Dopo una notte in cui i fasci hanno circolato bene, la mattina il fascio è stato perso per un problema ad una delle stazioni di alimentazione e ci sono volute tre ore per ritornare in funzione… noi nel frattempo siamo rimasti in adorazione degli schermi, aspettando!”
— Peccato perché se le collisioni fossero avvenute subito, la mattina alle 7, per l’ora di pranzo avremmo avuto già i primi risultati, — racconta Paolo Giubellino — risultati che ci avrebbero permesso di gettare un primo sguardo in una zona totalmente inesplorata, e quindi già molto significativi. Avremmo potuto avere subito un’idea di come vanno le cose.
Tuttavia il piccolo incidente è del tutto normale, non ci vuole molto a capire che in una situazione di tale complessità possono capitare degli intoppi. Come quando una Ferrari compie il suo primo giro di pista: non sempre le cose vanno tutte lisce.
Alle 13:05, il grande evento. — È andato tutto molto bene, adesso si comincia davvero! — dice Giubellino. — Le collisioni sono avvenute al posto giusto e con le giuste caratteristiche e già tra alcune ore potremo avere dei primi risultati… ovviamente dovremo aspettare l’elaborazione definitiva adatta alla pubblicazione su una rivista scientifica prima di fare qualunque comunicazione.
LHC comincerà dunque presto a fornire dati per capire meglio il nostro Universo, troverà forse la particella di Higgs, o risolverà il mistero della supersimmetria o dell’antimateria. Ma soprattutto, dice Fabiola Giannotti, spokesperson di ATLAS, alla conferenza stampa appena terminata, ci darà delle sorprese, ci fornirà qualcosa di inaspettato, perché questo è il bello della scienza.