POLITICA – A proposito delle “Misure urgenti in materia di stabilizzazione
finanziaria e di competitività economica”, il famoso decreto Tremonti del 31 maggio scorso, il Consiglio Universitario Nazionale presieduto da Andrea Lenzi ha votato una mozione che critica la manovra finanziaria ed evidenzia i suoi effetti sull’università. La pubblichiamo integralmente.
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE
Prot. n. 1074 Al Sig. Ministro
Spedito il 9/6/2010 S E D E
OGGETTO: Mozione sul DL 31 maggio 2010 n.78 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”.
Adunanza del 9 giugno 2010
IL CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE
premesso che da anni è in atto un processo di trasformazione del Sistema Università e Ricerca (sul quale il CUN ha espresso proposte, pareri e suggerimenti), al cui interno soltanto alcune iniziative – razionalizzazione dell’offerta formativa, intervento sulla governance, ridisegno dei processi di reclutamento ed altre – sono realmente conformi a obiettivi di riqualificazione e razionalizzazione, mentre altre, quali i tagli finanziari di sistema e della ricerca, la riduzione dell’organico, la contrazione dei fondi per la ricerca ed il ridimensionamento del diritto allo studio, non possono essere ritenute tali. Ritiene che l’obiettivo della affidabilità dell’economia italiana, a fronte delle aspettative dei mercati finanziari internazionali, va prioritariamente perseguito con progetti di riforma strutturali fondati su criteri di equità e di giustizia sociale interna.
Visto il testo della manovra del DL 31 maggio 2010 n.78 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” lamenta come questa operi:
– tagli lineari sul budget del MIUR con impatto negativo sulla sua già sofferente operatività;
– sensibile riduzione per il quinquennio 2011-2015 degli scatti nelle retribuzioni del personale docente, i quali non saranno più recuperati, a differenza di altri settori e di altre categorie non contrattualizzate;
– blocco delle progressioni del personale tecnico amministrativo con incertezza sui tempi e modalità del recupero finanziario e previdenziale;
– contrazione delle liquidazioni con la penalizzazione in particolare delle giovani generazioni;
– fenomeni di prepensionamento con irrimediabile perdita di competenze e di efficacia del Sistema indotti da interventi sulle modalità di erogazione del TFR e dell’indennità di buonuscita.
Il CUN giudica l’insieme di questi provvedimenti insostenibile e incongruo per il Sistema Università e Ricerca, anche rispetto al disegno di trasformazione in corso; sottolinea la mancanza di criteri di equità dei provvedimenti della manovra e la conseguente forte penalizzazione economica nel breve e medio periodo, con particolare riferimento al personale entrato di recente nel sistema. A titolo di esempio un ricercatore confermato al primo livello ha attualmente una retribuzione pari a meno di un terzo di quella di un ordinario a fine carriera, ma il danno finanziario nel triennio prodotto dagli effetti della manovra, sarà di importo superiore; al contempo un professore ordinario neo assunto ha una retribuzione comparabile a quella di un ricercatore con 30 anni di servizio, ma subirà un danno finanziario triplo sia nel triennio sia per tutto il resto della carriera; rileva infine che non sono stati rispettati gli impegni economici finanziari più volte espressi dai ministri del MIUR e del MEF di sostegno alla riforma universitaria e che permane la carenza di risorse necessarie per dare pieno riconoscimento al ruolo della ricerca scientifica e dell’alta formazione per il futuro del Paese.
Al riguardo ricorda che la percentuale del PIL destinata all’istruzione superiore è dello 0,8% contro l’1,3% dei paesi OCSE; che l’entità della spesa per la formazione universitaria rispetto al totale della pubblica per servizi è dell’1,6% contro una media del 2,9% nell’Unione Europea; che l’entità della spesa annua italiana per studente per la formazione universitaria è di 6.900 euro contro i 9.600 della media europea; che il rapporto tra studenti e docenti italiani è di quasi sei punti superiore alla media OCSE (21,4 contro 15,8); che la percentuale nazionale di laureati e dottori di ricerca sulla popolazione attiva è più che dimezzata rispetto agli altri paesi di economia avanzata (12 contro 26); che il numero dei dottori di ricerca per ogni 100.000 abitanti è pari a 16 contro la media europea di 50 e degli USA di 48.
Il CUN nel confermare il proprio contributo all’elaborazione di processi di razionalizzazione e riqualificazione del SUR, chiede con forza che quanto prima siano adottati provvedimenti che rimuovano iniquità e penalizzazioni e garantiscano per il 2011 un FFO pari almeno a quello previsto per il 2010, la rideterminazione nel 2014 delle classi stipendiali con l’inclusione del triennio 2011-13 e il mantenimento delle modalità di calcolo e di erogazione delle liquidazioni.
IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE
(firmato Valeo) (firmato Lenzi)