I paleontologi hanno trovato in Perù il fossile di un pinguino gigante, antico di 36 milioni di anni, e ora estinto, che possedeva contemporaneamente scaglie e penne dai colori brillanti.
NOTIZIE – Erano altri circa un metro e mezzo, il doppio del pinguino imperatore che è il più grande pinguino vivente. Quindi dei veri giganti, e coloratissimi. Alla nuova specie gli scienziati hanno dato il nome di Inkayacu paracasensis, o anche re dell’acqua.
È la prima volta che si scopre un progenitore degli attuali pinguini che fornisce agli scienziati elementi importanti per rispondere a tante domande sulla loro evoluzione, in particolare su come gli uccelli siano diventati dei provetti nuotatori.
Le penne e le pinne che permettono ai pinguini di muoversi nell’acqua come dei pesci si sono sviluppate molto presto: rispetto alle penne delle ali, le penne dei pinguini si sono addensate e sovrapposte le une alle altre formando così delle pinne compatte e affusolate. Anche sul corpo le penne si sono appiattite dando una forma particolarmente idrodinamica.
Anche il colore potrebbe avere a che fare con l’idrodinamica. I colori sono infatti determinati dalla forma e disposizione di strutture chiamate melanosomi che si trovano sulle penne e sulle piume. I melanosomi degli antichi Inkayacu paracasensis sono molto più simili a quelli degli uccelli che a quelli degli attuali pinguini, tutti neri e bianchi. Anche se gli scienziati non conoscono ancora il motivo della trasformazione cromatica dei pinguini, dallo studio di questi fossili hanno potuto osservare che in Inkayacu paracasensis i melanosomi sono piccoli e uniformemente distribuiti mentre nei pinguini moderni sono ammassati in gruppi come delle specie di grappoli di uva, cosa che non avviene in nessun altro uccello, e questo probabilmente li rende più adatti alla vita acquatica.
Ulteriori studi sul colore dei pinguini estinti permetteranno di capire meglio come vivevano e come era l’ambiente dell’epoca.
La ricerca è stata pubblicata sul numero del 30 settembre della rivista Science (10.1126/science.1193604 ) da Julia Clarke dell’Università del Texas a Austin e i suoi collaboratori, compreso lo studente peruviano Ali Altamirano della Reserva Nacional de Paracas, che ha materialmente scoperto il fossile nel 2007.