AMBIENTE

Le nostre città di cemento

AMBIENTE – Le immagini di Genova le abbiamo ancora negli occhi. Fiumi di fango, detriti e alberi invadono la città spazzando via tutto. Perché si è costruito e cementificato sopra a fiumi e torrenti? Ora le conseguenze di uno sviluppo urbano errato si mostrano drammatiche.

Genova però non è un caso isolato. Il dibattito sull’urbanizzazione a discapito dell’ambiente e della sua tutela è presente anche in molte altre città. Ne è un esempio Modena³ – Storia di una ipertrofia urbana, documentario-inchiesta che ruota intorno al dibattito cittadino su edilizia, cementificazione e piani d’urbanizzazione non proprio trasparenti.

La domanda principale su cui si discute è semplice: costruire nuove case e nuovi quartieri dove prima c’erano aree verdi è un vantaggio o uno svantaggio per una città? O ancora meglio, è giusto costruire nuovi alloggi per i cittadini, anche a basso costo, mettendo in secondo piano la salvaguardia dell’ambiente?

Sicuramente tra gli svantaggi c’è quello dell’aumento dell’inquinamento, e i dati sullo smog a Modena non sono proprio tranquillizzanti visto che la città risulta tra le più inquinate d’Italia.

Come afferma il metereologo Luca Lombroso, intervistato nel documentario, “ se vogliamo ridurre l’inquinamento non dobbiamo costruire nuove case ecologiche, ma dobbiamo recuperare l’edilizia esistente in risparmio energetico, visto che nuove case, benché siano ecologiche e a minor impatto, comunque aumentano l’inquinamento esistente”.

Non è però solo l’inquinamento a peggiorare la qualità della vita, ma anche la riduzione degli spazi comuni verdi e dei campi, sacrificati per costruire nuovi quartieri.

Nel documentario viene citata una puntata di Passepartout del 2009 in cui si parla di urbanizzazione, proprio con l’esempio di Modena. Ne emerge come sia essenziale un verde a misura d’uomo, da progettare adeguatamente per migliorare la qualità della vita dei cittadini, costruendo nuovi spazi, nei quali incontrarsi e vivere.

Se però si riduce lo spazio verde o si mettono a rischio beni comuni ambientali come le falde acquifere sarebbe bene anche coinvolgere i cittadini: se in una città le istituzioni non sono trasparenti e ritardano a formare un dibattito, i cittadini il dibattito se lo creano da soli. Esattamente quello che succede a Modena e di cui il documentario è testimonianza.

Negli ultimi anni poi le iniziative culturali che riguardano l’ambiente e la natura hanno visto un crescente interesse. Tanto per elencarne alcune: nell’ultima edizione di EntoModena, fiera dedicata al mondo degli insetti, è stata aperta una sezione per bambini e ragazzi con laboratori e attività a tema naturalistico che hanno avuto un enorme successo di pubblico. Nell’ultimo anno inoltre sono aumentate le attività dei musei scientifici e naturalistici, con nuovi laboratori e una partecipazione sempre crescente. E infine il Festival della Filosofia, che si tiene a Modena, ha avuto la Natura come tema del 2011 spostando il dibattito su un livello globale.

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