IL PARCO DELLE BUFALE

Associata a delinquere

IL PARCO DELLE BUFALE – A settembre, il Corriere della Sera vinceva il premio per la disinformazione sul clima “A qualcuno piace caldo” assegnato dal gruppo di Climalteranti. A novembre, il direttore Ferruccio De Bortoli lo ritirava durante una cena da lui offerta a tre ricercatori del gruppo che ricambiavano il pasto con cinque grafici zeppi di dati. Ieri, un articolo in prima pagina li accusava di gravi malefatte.

La custode, che ricercatrice non è ma sa l’inglese, fa parte del comitato scientifico di Climalteranti. Perciò si vanta di essere inclusa dalla “grande firma” Pierluigi Battista fra i mascalzoni che hanno truffato il suo Direttore. In cambio di, per esempio, piovra al forno con purée di fave, gli avevano, per esempio, consegnato

una ricostruzione storica dell’estensione del ghiaccio marino artico negli ultimi 1450 anni, uscita il 24 novembre su Nature. Il Corriere non ci è cascato. In mezza giornata Pierluigi Battista si è letto tutti i documenti (1) approvati al vertice su clima che si teneva in Sudafrica e scrive:

Nell’assemblea di Durban si partorisce un trattato che comunque avrà validità dal 2020.

Se qualche lettore lo tira fuori dal link precedente, la custode gli regala una piovra al forno.

Mai come in questa settimana inconcludente e verbosa di Durban,

il pianeta Corsera gira su se stesso in 44 ore,

l’indifferenza dei media internazionali ha raggiunto vertici così eclatanti.

Al contrario di New York TimesTimes of IndiaWall Sreet JournalChina DailyBBC, The EconomistO Globo, Der Spiegel e altri media provinciali.

L’allarme per l'”effetto serra” è apparso un ricordo di ere passate,

come risulta dalla lettura di testi usciti in questi giorni.

Il “global warming”, forse anche a causa dei dati incautamente imprecisi forniti da una comunità scientifica inaffidabile e manovriera,

Beccati con le mani nella purea! Con dati cautamente precisi, l’affidabile Pierluigi Battista spiega che il “global warming”

non è più in cima all’agenda psicologica del mondo

checché dicano Eurobarometro, Stanford-Ipsos-Reuters, HSBC e altri complici dei manovrieri.

Sull’apocalisse ambientale si sono costruite brillanti carriere (Al Gore) anche a costo di eccessi e manipolazioni per richiamare l’attenzione sul disastro incombente.

Poco ma sicuro. Se non girava An Inconvenient Truth, Al Gore faceva ancora lo sguattero da McDonald’s.

È come se la crisi dell’Occidente avesse messo la sordina agli allarmismi ambientalisti degli anni passati

Negli ultimi mesi infatti, il Corriere non ha pubblicato nemmeno una notizia allarmante sull’ambiente.

Pagare un prezzo appare oggi come una condizione troppo onerosa, vista l’entità degli altri prezzi che stanno dissanguando l’economia e lo stesso stile di vita dei Paesi abituati a standard di benessere oramai considerati irrinunciabili.

Lo notava anche il delegato del Nicaragua a Durban:

Si trovano migliaia di miliardi per salvare le banche, ma 100 miliardi per salvare l’ambiente…

Interviene Pierluigi Battista

 L’ambiente? Ci si penserà in un secondo momento.

Ottima idea. Dopotutto, al debito dello stato si è pensato in un secondo momento e oggi appare “un ricordo di ere passate”…

*

(1) Analisi preliminare da Climalteranti.

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