POLITICA – Il Congresso degli Stati Uniti tramite l’Office of National Drug Control Policy (l’organismo preposto al controllo del traffico di stupefacenti) ha appena pubblicato i risultati di uno studio commissionato a un comitato scientifico internazionale, tra cui figura anche il nostro Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Lo studio si intitola “Feasibility of mycoherbicides for eradicating illicit drug crops”, ed è un’analisi di fattibilità per distruggere le coltivazioni di droga usando micoerbicidi.
Nella lotta ai narcos, gli Usa hanno infatti pensato di “assoldare” nientemeno che ceppi di funghi fitopatogeni.
I risultati, raccolti in un volume a cura della National Academies Press, evidenziano come questi funghi possano rappresentare un’arma letale contro le coltivazioni illecite di marijuana, coca e papavero da oppio. In particolare, il fungo parassita fusarium oxysporum distruggerebbe la cannabis e la coca, mentre il crivellia papaveracea e il brachycladium papaveris sarebbero indicati per il papavero da oppio.
Ovviamente un loro utilizzo su larga scala non sarebbe affatto privo di potenziali effetti dannosi su altre piante, animali o esseri umani. Teniamo infatti presente che una possibilità paventata è proprio quella di utilizzare i micoerbicidi in raid aerei mirati.
Maurizio Vurro dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Ispa) del Cnr evidenzia che in ogni caso bisognerebbe approfondire ulteriormente la ricerca sugli agenti patoveni individuati. “A oggi non abbiamo dati sufficienti sulla loro persistenza ed efficacia a elevate densità, come richiederebbe l’utilizzo su intere colture di piante da droga”, precisa. “Ulteriori ricerche sono inoltre necessarie per valutare l’efficacia e la sicurezza dei micoerbicidi proposti, come pure per sviluppare i dati necessari per la loro registrazione come biopesticidi”.
Crediti immagine: Drome , Flickr (CC)