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Dove va a finire il tecno-pattume?

AMBIENTE – Ogni anno in Europa vengono prodotte 12 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici (Raee). Un tesoro fatto di plastica, metalli e silicati che potrebbero essere utilizzati per produrre nuove tecnologie. Purtroppo, però, attualmente la maggior parte di queste risorse va perduta a causa dello smaltimento improprio.

Lo scorso gennaio il Parlamento europeo ha dato il via libera ai nuovi obiettivi ambientali. Entro il 2016 ogni Paese dovrà raccogliere 45 tonnellate di rifiuti di prodotti elettronici per ogni 100 tonnellate messe sul mercato nei tre anni precedenti. Nel 2019 la percentuale dovrà salire al 65% o si potrà raccogliere l’’85% dei rifiuti di materiale elettronico prodotto.

Un dispositivo elettronico, come un televisore o un cellulare, può arrivare a contenere fino a 60 metalli (rame, ferro, acciaio, argento, piombo, oro…) molti dei quali possono essere riutilizzati. Secondo le stime del programma ambientale delle Nazioni Unite su 50 milioni di Raee prodotti nel mondo ogni anno, solo il 10% viene riciclato. In Europa circa il 13% dei tecnorifiuti finisce negli inceneritori, mentre il 54% viene esportato, anche illegalmente, in Cina, India e Africa.

Nel nostro Paese, su 15 kg di rifiuti tecnologici prodotti a testa, solo poco più di 4 sono smaltiti correttamente.

L’entrata in vigore della nuova direttiva oltre a favorire il riciclo delle materie prime, a cominciare da quelle più preziose, dovrebbe contribuire a ridurre l’incentivo allo smaltimento illegale.

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