CRONACA

La prossima volta, i droni?

Crediti immagine: dominio pubblico (Wikipedia)

CRONACA (NERA) – In Camerun, nel parco nazionale di Bouba N’djida vicino alla frontiera con il Sudan, soltanto nei primi due mesi di quest’anno sono stati uccisi da 200 a 300  elefanti, oltre metà della popolazione, e il conteggio non è terminato.

Giovedì scorso, il WWF aveva organizzato una conferenza stampa telefonica per un aggiornamento, dopo l’arrivo il 1 marzo di 150 soldati dell’esercito camerunese. Natasha Kofoworola, responsabile del WWF per l’Africa Centrale, ha detto che da allora nessun altro elefante sembra essere stato ucciso. I militari sono arrivati “troppo tardi”, ha aggiunto, infatti le denunce si susseguono da due anni, e sono “troppo pochi” per contrastare a lungo il centinaio di guerriglieri venuti dal Sudan e dal Ciad, che uccidono gli elefanti e ne rivendono le zanne al mercato nero e con il denaro ottenuto, comprare armi.

E sono troppi. Così come sono troppi quelli che pattugliano alcune riserve indiane per dissuadere i guerriglieri di uccidere le tigri, e poi venderne le carcasse al mercato nero. Nessuno del WWF o di altre organizzazioni ambientaliste vuole una militarizzazione delle riserve. Mette in pericolo i volontari che ci lavorano e la gente del posto che ne usa le risorse, senza diminuire la domanda, soprattutto cinese, di pezzi di animali protetti:  zanne di elefante, peni di tigre, corni di rinoceronte, pinne di pescecane ecc.

La militarizzazione semmai accresce la domanda e la circolazione delle armi. Queste però sono prodotte legalmente (o meglio, quasi sempre), esportazioni e importazioni sono autorizzate dai governi. A guadagnarci per ogni elefante massacrato nel Bouba N’djida, oltre ai trafficanti, sono i paesi esportatori. Un “mercato” così vasto e globale come quello cinese per le specie protette è sicuramente difficile da controllare. Quello delle armi, molto meno, ma soltanto quaranta paesi si sono dotati dei mezzi per farlo.

Agli altri, delle stragi di esseri umani importa poco e di elefanti ancora meno? Risposta tra il 2 al 27 luglio quando si terrà alle Nazioni Unite la conferenza mondiale per il Trattato sul commercio delle armi, undici anni dopo la bozza preparata da alcuni premi Nobel e 87 anni dopo quella presentata alla Lega delle Nazioni e mai approvata.

Crediti immagine: dominio pubblico (Wikipedia)

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