CRONACA – Dal 2002, quel grosso satellite di dieci tonnellate, un po’ goffo d’aspetto ma infarcito di strumenti abilissimi, misurava lo stato di oceani, atmosfera, laghi, fiumi, ghiacci, vegetazione, nubi, nevi, piogge, della salute del pianeta insomma. Mandava pure cartoline come questa, dalle Azzorre, l’ultima che ci è arrivata. Tace da almeno quattro giorni, forse per sempre.
Il comunicato dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) è scarno, ci aggiungiamo parole di gratitudine e di incoraggiamento per l’eroe del progetto “Pianeta vivo”
Dopo 10 anni di – leale e instancabile – servizio, Envisat ha smesso di mandare dati a Terra. Il controllo missione sta lavorando – indefessamente, sai – per ristabilire il contatto.
Sebbene la missione sia una pietra miliare – un bijou, un monumento e un gloria mondiale – e sia stata in orbita il doppio del tempo per il quale è stata progettata, l’ESA spera – e noi con lei – di mantenere il satellite in servizio fino al lancio dei suoi successori, le missioni Sentinel.
Che mancanza di tatto! Envisat, piccolo, nel nostro cuore non avrai successori.
Il primo segno di un problema è arrivato l’8 aprile quando il contatto con il satellite è stato perso inaspettatamente – è vero, da te un acciacco non se lo aspettava nessuno anche se sei un po’ avanti con gli anni, sia detto senza offesa- impedendo il ricevimento di qualunque dato mentre passava sopra la base Terra di Kiruna, in Svezia.
E pensare che poco più di un mese fa, festeggiavano il tuo compleanno! Dai, piccolo, fatti vivo ché siamo in pensiero.
Le tue ammiratrici
Credito immagine: ESA/Denmann production