LA VOCE DEL MASTER

Specchio riflesso, e stai al fresco

Crediti immagine: Simon & His CameraLA VOCE DEL MASTER – L’estate è alle porte e presto accenderemo gli impianti di aria condizionata. In futuro però il raffreddamento di edifici e mezzi di trasporto potrebbe diventare molto più semplice, grazie a un sistema nanostrutturato in grado di riflettere nello spazio la radiazione proveniente dal sole.

Un dispositivo di raffreddamento che non consuma energia e che non contribuisce al riscaldamento globale. Questo è il risultato di uno studio condotto all’università di Stanford, in California, sulle superfici esposte alla luce solare, recentemente pubblicato sulla rivista Nano Letters.

La struttura sviluppata è capace di riflettere la maggior parte della radiazione solare, ma soprattutto è in grado di inviare la radiazione oltre l’atmosfera terrestre. Le ottime proprietà di riflessione sono determinanti per evitare il surriscaldamento dovuto all’assorbimento della luce. La sfida più difficile era però mettere a punto una struttura in grado di riemettere la radiazione solare in modo efficiente e con una lunghezza d’onda adatta ad attraversare l’atmosfera e a raggiungere lo spazio aperto.

L’emissione di radiazione elettromagnetica con una lunghezza d’onda inappropriata, ovvero al di fuori della cosiddetta finestra di trasparenza, creerebbe un’interazione con l’atmosfera in grado di contribuire all’effetto serra. Il successo degli scienziati è stato possibile grazie a materiali di nuova generazione che sfruttano la nanofotonica. L’ultilizzo combinato di metalli e isolanti ha consentito di regolare in modo raffinato le proprietà di emissione, favorendo solo le lunghezze d’onda infrarosse alle quali l’atmosfera terrstre risulta trasparente.

Il prototipo di questo sistema è stato costruito in quarzo e carburo di silicio. Forma, resistenza meccanica e bassi costi di manutenzione ne fanno un sistema molto appetibile sia per l’uso privato che per quello industriale.

Secondo le stime degli scienziati, sarebbe sufficiente ricoprire un decimo del tetto di un edificio per ottenere un risparmio del 35% sul consumo diurno dell’impianto di condizionamento. Si tratta inoltre di una tecnologia passiva, che non richiede energia per funzionare. Questo potrebbe generare un forte impatto sociale, dal momento che consentirebbe di installare sistemi di raffreddamento anche in aree isolate o nei paesi del terzo mondo.

Crediti immagine: Simon & His Camera, Flickr

Condividi su
Gianluca Dotti
Giornalista scientifico freelance. Sui social sono @undotti