RICERCA – Dopo il recente sequenziamento dell’intero genoma della balenottera minore, la rivista Nature Communication ha pubblicato i risultati di quello del primo cetaceo di acqua dolce: si tratta del baji (Lipotes vexillifer), o delfino bianco dello Yangtze, specie che ha lottato per decenni contro le invasive pratiche umane che hanno fortemente interessato il fiume cinese, uno dei più inquinati al mondo, ma che è ritenuta estinta dal 2006 (la IUCN la identifica come possibly extinct). I quattro individui da cui è stato prelevato il DNA erano pertanto conservati in diversi laboratori asiatici.
I risultati importanti sono diversi. Innanzitutto, mediante il confronto con il genoma del tursiope (Tursiops truncatus), l’unico altro odontoceto il cui DNA è stato interamente sequenziato, è stato possibile mostrare un tasso di sostituzione nucleotidica molto basso, indicando un’evoluzione molecolare lenta. In secondo luogo, lo studio suggerisce concrete evidenze dell’azione della selezione naturale su diversi geni, in risposta allo stile di vita acquatico di questo mammifero.
Sono da considerarsi adattamenti a questo ambiente, infatti, sia l’evidente espansione dei geni legati alle funzioni metaboliche e fisiologiche, come la produzione di ATP o le attività ossidoriduttive, sia la riduzione dell’attività di quelli associati alla percezione olfattiva e visiva. Inoltre, si rileva per la prima volta in un mammifero, un’azione positiva della selezione naturale sui geni che favoriscono la riparazione del DNA.
Immancabile anche il riferimento all’ecolocalizzazione e al fenomeno di convergenza evolutiva con i pipistrelli: lo studio identifica infatti alcune decine di geni interessati da mutazioni parallele nei due gruppi di mammiferi dotati di questa capacità.
Oltre a mostrare un lento tasso di evoluzione molecolare tra i cetacei, lo studio rivela un livello di eterozigosità tra i baji molto più basso di quello riscontrato in qualunque altro mammifero. Le probabili cause di questa bassissima variabilità genetica vengono identificate in un evento di collo di bottiglia dopo la fine dell’ultima era glaciale, quando si verificò un’improvviso calo delle temperature, e nella drammatica riduzione demografica dovuta alla crescente pressione antropica, che ne ha decimato la popolazione fino a determinarne la completa estinzione.
Crediti immagine: Alessio Marrucci, Wikimedia Commons