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I Google Glass entrano in sala operatoria

9467125459_dec5b7315e_cTECNOLOGIA – Il 15 aprile scorso negli Stati Uniti sono stati messi in commercio i famosi Google Glass, gli occhiali in grado di far percepire a chi li indossa le magie della cosiddetta “realtà aumentata”: suoni, video, immagini, tutti a portata di mano – anzi, per meglio dire, di occhi – per raccontare come una moderna enciclopedia multimediale il luogo dove ci si trova, sia esso un museo, una piazza, la stazione della metro.

In Italia però Google Glass non è solo sinonimo di intrattenimento. All’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, vicino a Milano, un team di medici chirurghi utilizzerà questo dispositivo nientemeno che in sala operatoria. I Google Glass verranno infatti usati come strumento di formazione durante un corso di Emodinamica e Cardiologia interventistica: da una parte infatti ci sarà il chirurgo che opera indossando i Google Glass, dall’altra un’equipe di medici specialisti collegati in diretta streaming. Il chirurgo, tramite comando vocale sarà in grado di comunicare quello che vede e quello che fa ai colleghi non presenti in sala operatoria, fornendo loro una visuale d’eccezione dell’intervento. I Google Glass rispondono a comandi vocali o impartiti tramite gesti ad esempio con le dita, e di recente anche attraverso il cosiddetto “wink”, cioè l’occhiolino, permettendo di eseguire ricerche su internet, scattare foto, fare video, utilizzare il navigatore GPS, mandare messaggi ed email, fare telefonate, giocare, tradurre, utilizzare una bussola, oltre a numerose app aggiuntive che possono essere scaricate dall’utente. “I Google Glass sono uno strumento agile da indossare e non disturbano il campo visivo – afferma la Patrizia Presbitero, responsabile di Emodinamica e Cardiologia Interventistica in Humanitas – perché lo schermo non è centrale ma laterale e permettono di concentrarsi sul paziente e sull’operazione.”

Questa nuova tecnologia sembra scrivere infatti una nuova pagina della chirurgia moderna. “Per la loro natura di wearable devices, ossia tecnologia da indossare – spiega Giulio Caperdoni, COO di Vidiemme Consulting, che con Rokivo rappresentano le due aziende specializzate nello sviluppo tecnologico del Google Glass e che per prime hanno investito nel progetto di Humanitas – i Google Glass si prestano per un utilizzo hands-free, non ingombrante e rapidamente attivabile ove necessario. Lo strumento risponde a comandi vocali o impartiti tramite un semplice gesto sul touchpad della stanghetta destra per la consultazione di dati e informazioni.” I Google Glass possono essere inoltre uno strumento efficace per rendere disponibili i dati del paziente prima, dopo e durante l’operazione, permettendo al chirurgo di prendere decisioni più tempestive.

E in futuro? Un primo cambiamento coinvolgerà gli anestesisti, i quali ad esempio, potrebbero beneficiarne durante gli interventi di rianimatori per avere in tempo reale la cognizione dei parametri vitali del paziente o consultare la loro cartella clinica. Ma anche l’interazione tra i medici chirurghi durante gli interventi potrebbe trarre beneficio dai Google Glass, grazie alla possibilità di proiettare i dati relativi ai parametri del paziente direttamente sulle lenti dei Glass.

Crediti immagine: Ted Eytan, Flickr

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.