LA VOCE DEL MASTER – Una spedizione in Egitto. Un potente consigliere di un faraone e la sua caduta. Una mummia scomparsa e poi ritrovata. Gli ingredienti per un thriller in salsa archeologica ci sono tutti, ma questa vicenda non ha niente a che vedere con la fiction: stiamo parlando della mummia di Kenamun, scoperta durante una celebre spedizione franco-toscana di metà Ottocento ma poi andata persa e infine ritrovata di recente, scheletrizzata, nel Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, nella Certosa di Calci, a Pisa. Proprio in questo museo è ospitata una mostra – inaugurata il 12 aprile e che terminerà il 29 giugno – che ripercorre le tappe di questa vicenda.
“Ci sono tre storie che si intrecciano,” racconta Marilina Betrò, docente di Egittologia e presidente del Sistema museale dell’Ateneo di Pisa, “quella di Kenamun, quella della spedizione del 1828-29 e quella della sparizione e del ritrovamento della mummia”. La scoperta a Praga di alcune carte inedite dell’egittologo Ippolito Rosellini, l’identificazione – nei magazzini del Museo Egizio di Firenze – di uno dei sarcofagi in esse menzionati, la lettura infine sullo stesso sarcofago dei geroglifici con il suo nome e titolo hanno permesso a Marilina Betrò di seguire i tre fili e ricostruire l’intreccio.
Tre storie nelle quali il caso ha giocato un ruolo di un certo rilievo, vista la circostanza accidentale che ha portato a rinvenire la mummia, ormai ridotta al solo scheletro, in uno scatolone abbandonato in una delle stanze del museo di Pisa. Tre storie che ruotano intorno alla figura di Kenamun, un personaggio molto influente a corte, la cui vita fu scossa da eventi che lasciarono il segno nei reperti, soprattutto nella sua grande tomba vicino a Tebe. Altrettanto turbolente sono state le vicissitudini che hanno tormentato anche la sua mummia, sulla cui sparizione rimangono ancora molti misteri.
Kenamun e la sua storia hanno avuto grande successo: dopo l’inaugurazione della mostra, ora esposta insieme a un’altra sugli abissi, il museo ha avuto quasi diecimila visitatori nel solo mese di aprile. Una cifra enorme, se confrontata con le circa trentamila visite annuali.
Ma chi era Kenamun? E cos’è successo alla sua mummia, una volta scoperta? Nessuno meglio dei due principali protagonisti – la professoressa Betrò e il professor Roberto Barbuti, direttore del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, presente al momento del ritrovamento – poteva raccontare questa vicenda. “Da piccola amavo tantissimo i gialli,” confessa Betrò, “e qui mi sono ritrovata a dover ricucire i fili delle varie tracce rimaste, proprio come un detective, fino a scoprire quella che è a tutti gli effetti una storia nella storia.”
Foto d’apertura: Francesca Gatti, Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa. Immagini del video: Marilina Betrò, Museo Egizio di Firenze – Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Paolo Marini, Prisse d’Avennes, Roberto Barbuti, Sailko, Stephan M. Höhne, Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa.