ATTUALITÀ

No, Tommy non è una persona legale

La Corte Suprema di New York ha negato a Tommy lo status di persona giuridica in quanto incapace di avere doveri e responsabilità

8714008456_459f274fc2_z
ATTUALITÀ – La Corte Suprema di New York si è finalmente pronunciata sul caso Tommy. Vi ricorderete la storia di questo scimpanzé di 26 anni e del suo avvocato Steven Wise, di cui avevamo già parlato qualche tempo fa. Tommy vive in cattività a Gloversiville, New York, in una gabbia dorata dotata di ogni comfort, a detta del suo attuale proprietario. L’organizzazione Non human rights Project, tuttavia, rappresentata dall’avvocato Steven Wise, ritiene che Tommy sia detenuto contro la sua volontà e ha presentato, qualche tempo fa, domanda di habeas corpus alla Corte Suprema di New York. Sostanzialmente, l’organizzazione chiedeva ai giudici di riconoscere l’animale come una persona giuridica a tutti gli effetti e di mettere fine alla sua detenzione trasferendolo in un santuario naturale dedicato. Le qualità umane degli scimpanzé, dicono, sono tante e tali da renderli meritevoli del nostro stesso status giuridico. Era attesa, quindi, una sentenza che avrebbe potuto creare importanti precedenti.

I cinque giudici interpellati si sono espressi la settimana scorsa dicendo che no, lo scimpanzé non può essere considerato una “persona legale” e non può decidere per la propria libertà. “Le persone legali” scrive Justice Peters, giudice della Corte Suprema “sono definite in base ai loro diritti ma anche ai loro doveri”. Al contrario degli essere umani, gli scimpanzé non hanno doveri legali, non possono avere responsabilità sociali o essere ritenuti legalmente perseguibili per le loro azioni. “Dal nostro punto di vista – continua il giudice – l’incapacità di avere qualunque responsabilità legale e doveri sociali rende inappropriato conferire agli scimpanzé diritti legali”.

Il disappunto di Non human rights Project non si è fatto attendere. Dalle pagine del loro sito hanno annunciato di non volersi fermare e di ricorrere alla Corte di Appello di New York. La Corte, dicono, ha negato a Tommy il diritto di habeas corpus perché non è mai stato concesso prima a uno scimpanzé o ad altri animali. Questo è vero, continuano, ma solo perché non era mai stato chiesto prima. La Corte ammette che “gli scimpanzé possiedono funzioni cognitive complesse simili a quelle possedute dagli umani” ma ignora, accusano, che la legge può cambiare in base alle nuove evidenze scientifiche che, in questo caso, dimostrano come gli scimpanzé abbiano personalità e capacità del tutto simili alle nostre. La vicenda, quindi, non si ferma qui e, sembra, sentiremo ancora parlare di Tommy e del suo status giuridico.

@silvia_reginato

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Gemma Stiles, Flickr

Condividi su