Perché i violenti psicopatici sono recidivi?
Secondo uno studio il motivo è un'anomalia cerebrale, e le conseguenze negative sono ancora notevolmente sottostimate
RICERCA – Chi è affetto da psicopatia e disturbi di personalità ha delle specifiche anomalie cerebrali. Questo il risultato di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del King’s College di Londra, pubblicato sul The Lancet Psychiatry.
Un delinquente su cinque è psicopatico ed è spesso molto recidivo. Per quale motivo? Per rispondere a questa domanda, un gruppo di ricercatori ha cercato di capire quali sono i meccanismi neurali che caratterizzano chi è affetto da disturbi della personalità e che non trae molti benefici dai programmi di riabilitazione, ma anzi tende a ricommettere gli stessi reati.
Il gruppo di ricerca autore dello studio ha analizzato alcuni soggetti con risonanza magnetica funzionale (fMRI): alcuni erano detenuti colpevoli di reati violenti con diagnosi di disturbo antisociale e psicopatia, altri detenuti per lo stesso tipo di reati ma senza alcuna diagnosi e infine un gruppo di controllo di individui sani e non detenuti. Le misurazioni sono state fatte mentre i soggetti dovevano valutare le probabilità di ottenere un premio o una punizione da determinati comportamenti prestabiliti nel test.
I ricercatori hanno quindi scoperto che i delinquenti violenti non erano in grado di imparare le punizioni, né di cambiare il proprio comportamento. Un atteggiamento che mostra l’incapacità di prendere in considerazione in modo corretto sia le conseguenze positive che quelle negative. “Nell’eseguire i compiti neuropsicologici, – ha spiegato Nigel Blackwood, tra gli autori dello studio, – prendevano decisioni scadenti, nonostante la possibilità di meditare a lungo”.
Cosa succedeva in coloro che avevano una diagnosi di psicopatia o disturbi di personalità? Essi, a differenza dei delinquenti “normali” e dei non delinquenti, avevano una risposta alterata nelle regioni del cingolo posteriore, dell’insula e della materia bianca che le connette.
Dunque l’alterazione della rappresentazione e dell’apprendimento di premi e punizioni legati ai comportamenti sarebbero legati nei soggetti psicopatici a una specifica anomalia nei circuiti cerebrali. “I trasgressori psicopatici – prosegue Blackwood – sono diversi dai normali criminali sotto diversi aspetti. Questi ultimi sono ipersensibili alle minacce, irascibili e aggressivi, mentre gli psicopatici hanno una risposta molto bassa alle minacce, sono freddi e la loro aggressività è premeditata.”
Questa scoperta quindi smentisce l’opinione che questi uomini siano semplicemente caratterizzati da una diminuita sensibilità neurale alla punizione. Sembra invece che i trasgressori con psicopatia abbiano un’organizzazione alterata della rete cerebrale che porta loro a elaborare le informazioni tenendo più conto delle conseguenze positive di un comportamento e meno di quelle negative. Aver trovato una differenza cerebrale tra violenti e persone violente con diagnosi di psicopatia o disturbi di personalità, potrebbe avere importanti implicazioni sull’interpretazione delle cause di tali disturbi e sulla possibilità di nuovi approcci terapeutici.
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