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La luce del futuro

Come evolverà l'illuminazione delle città per assicurare maggiori comfort

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SPECIALE FEBBRAIO – L’avvento della luce artificiale ha avuto un impatto importante nelle nostre vite. La luce ha trasformato la notte, modificando il ciclo naturale del giorno in termini di tempistica, tipi di luce e distribuzione della stessa.
L’illuminazione ha apportato costi e benefici per il genere umano, con impatti sulla salute, il benessere, la frequenza di incidenti o crimini, il consumo di energia o l’emissione di carbonio. Dall’estetica agli ecosistemi naturali, la luce ha modificato gli stili di vita dell’umanità e degli animali.

La luce gialla dei bulbi incandescenti è stata una delle prime forme di illuminazione elettrificata. Tra gli anni ’60 e ’70 le lampade sodio a bassa pressione hanno sostituito i bulbi, e la luce di emissione ha iniziato ad assumere altre lunghezze d’onda. Sono poi arrivate le lampade sodio ad alta pressione con la luce gialla, le lampade ad altra intensità di emissione con luce bianco-blu e infine i LED, che sono ultra-efficienti, a lunga durata, poco costosi dal punto di vista sia energetico che ambientale.  Dunque anche l’illuminazione ha subito una propria evoluzione. Ma cosa ci riserverà quella del futuro?

Ecologica e bella, gli aggettivi della luce del futuro

Alla necessità di strade sempre più illuminate per motivi di sicurezza, dovrà corrispondere una forte attenzione all’ecologia per evitare sprechi e inquinamento. Mentre i paesi emergenti devono trovare soluzioni alla portata delle loro tasche e delle infrastrutture che hanno a disposizione, i paesi più ricchi non possono fare a meno di considerare l’importanza dell’estetica.
Shanghai è diventata una città simbolo proprio per l’uso sapiente dell’illuminazione, che ha contribuito a creare uno skyline unico al mondo. Le città che fanno parte del partenariato internazionale LUCI, promuovono l’uso della luce come mezzo per aumentare il turismo nelle città, e si impegnano in vere e proprie gare per essere elette “città meglio illuminate”.
Alcune città, come ad esempio Hong Kong hanno un uso così esteso della luce che il cielo stellato è quasi invisibile agli occhi umani. Ecco allora che la bellezza delle città scaturisce dall’equilibrio tra spettacolo della natura e intervento dell’uomo.
Lo spettacolo delle stelle è sempre meno fruibile dagli occidentali, tanto da spingere le Nazioni Unite a organizzare un’iniziativa internazionale per la difesa della qualità del cielo notturno, con una mappa dei luoghi in cui questa bellezza è ancora conservata.

I sogni per il futuro e il miglioramento dello stato attuale

Per coniugare tutte queste esigenze le nostre strade del futuro potrebbero non avere più lampioni, ma essere fluorescenti. Fatte con un materiale molto simile a quello delle stelline che di notte si illuminano sul soffitto delle camerette dei bimbi: le strade potrebbero assorbire la luce UV durante il giorno per poi illuminarsi in percorsi fluorescenti di colore  verde-blu durante la notte. Il sistema, che non è inquinante per l’ambiente, prevede la semplice copertura delle strade con una vernice elastomerica chiamata Starpath.

Nell’ottica del risparmio energetico, si è sempre più diffusa un’usanza antica, che era quella di colorare strade e alberi di bianco per renderli rifrangenti. Oggi lo studio di particolari materiali dorati o bianchi che servono a  riflettere la luce in modo da amplificarla sono sempre più utilizzati. Un esempio è rappresentato dal Triple Bridge Gateway a New York, fatto di superfici specchianti e pannelli riflettenti che ne esaltano l’architettura.

Per non scostarci troppo dai lampioni tradizionali, dall’Università della Catalogna arriva un’invenzione che potrebbe diffondere l’uso della luce stradale nei paesi più poveri, mentre potrebbe ridurre il costo dell’illuminazione pubblica di circa un 20% nei paesi ricchi.
Il lampione della luce inventato in Spagna è corredato di pannello solare e pala eolica in miniatura che ruota tra i 10 e i 200 giri al minuto. Un sistema elettronico controlla il passaggio della corrente tra pannello solare, turbine, batteria e lampadina, cioè fra tutte le componenti di questo sistema di illuminazione, e assicura che il lampione possa funzionare fino a 6 giorni di assenza di vento. Girona sarà una delle prime città che usufruirà dell’istallazione di tali dispositivi nel 2015.

Per migliorare l’efficienza dell’illuminazione delle nostre città basterebbe installare sensori associati a computer che ne captano il segnale e che poi controllano spegnimento e accensione delle luci, o la regolazione della loro intensità. L’intuizione è venuta ai ragazzi della start-up Tvilight, che ha associato la tecnologia wireless ai lampioni urbani, in modo che la luce si accenda o si spenga in base alla presenza e al passaggio di persone e automobili.
Sono una dozzina le smartcities che hanno già applicato tecnologie simili, a volte usando luci colorate che si adattano alle diverse condizioni climatiche o allo scenario architettonico da illuminare.

Ma le soluzioni non sono finite qua: il connubio tra innovazione, fantasia, studio di nuove soluzioni potrebbe riservarci ulteriori sorprese.

@AnnoviGiulia

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: M. A. Cabrera Luengo, Flickr

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Giulia Annovi
Mi occupo di scienza e innovazione, con un occhio speciale ai dati, al mondo della ricerca e all'uso dei social media in ambito accademico e sanitario. Sono interessata alla salute, all'ambiente e, nel mondo microscopico, alle proteine.